A cura della Redazione
“Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”: la citazione è nobile e contesa, ma svela una verità incontestabile che vale per tutti. Anche per noi torresi che pure dietro il passato spesso ci nascondiamo, rinunciando così a costruire il nostro futuro. E il passato non è fatto solo di fasti e allori, di arte bianca e “Lido Azzurro, quando veniva Totò”. Alle nostre spalle abbiamo lasciato spesso una scia di dolore che non va dimenticato. E’ anche quello un ricordo che va alimentato: Carmela Sermino sarà la delegata alla memoria, investita dal Sindaco come custode delle nostre lacrime. Carmela parte da una bagaglio personale pesante: ancora non sa, sette anni dopo, perché (e da chi) suo marito Giuseppe Veropalumbo venne ucciso la sera di San Silvestro 2007 mentre era a tavola per il cenone familiare. Ammazzato della barbarie prima ancora che della delinquenza; marito e padre strappato alla propria famiglia senza motivo. Caduto sul terreno di una guerra non dichiarata che ha mietuto troppe vittime. Far conoscere alle nuove generazioni che cosa successe in quegli episodi criminosi aiuta a formare nei giovani una coscienza civile che a volte sembra abbandonare anche noi che siamo adulti. Ecco perché il ruolo che la signora Sermino sarà chiamata a ricoprire non è solo forma, ma diventerà sostanza. Se chi può la sosterrà. Questo numero di TorreSette vi apparirà come un racconto sospeso tra ieri e oggi. Ci sarà spazio anche per i disastri di tutti i giorni e le poche speranze che animano il nostro domani. Quando un anno sta per chiudersi è quasi naturale che il pensiero si rivolga a chi non c’è più. Perché scippato ai suoi cari come Veropalumbo, Siani, Pastore, Staiano, come le mamme morte in ospedale e come il piccolo falciato a Rovigliano o perché l’orologio della vita ha detto stop come è accaduto per Franco Faraone Mennella lunedì, o nel 2010 a Maria Orsini Natale, la scrittrice che con Michele Prisco descrisse con sconfinato amore i nostri luoghi. Anche di quella memoria abbiamo bisogno, e non per nostalgiche rievocazioni. Le storie scritte dalla Signora Maria sono la nostra storia, piccole lezioni che servono a ricordarci da dove veniamo per meglio indirizzarci su dove potremo andare. “Un popolo senza passato è un popolo senza futuro”. MASSIMO CORCIONE