A cura della Redazione
Nel calcio la chiamano zona Cesarini, dal nome di un attaccante italo-argentino che chiudeva le partite con gol realizzati negli ultimi minuti. Prodezze che spesso sovvertivano quello che era stato il corso degli incontri. Colpi di scena, interventi da deus ex machina che hanno meritato a Renato Cesarini una fama eterna. Accadeva negli anni ‘30, ma l’abitudine di ridursi all’ultimo s’è talmente radicata in Italia che la zona Cesarini dal pallone ha invaso tutte le nostre attività, compresa la politica. A Torre Annunziata, con la storia dell’agibilità da restituire allo stadio Giraud, i due mondi si toccano, provando a dare soluzione a un affaire quasi paradossale. Il rischio è stato molto concreto: dopo un campionato esaltante stravinto sul campo, e con un impianto che molte squadre di serie B avrebbero ambito a possedere come propria casa calcistica, il Savoia poteva non essere iscritto al campionato di Legapro’. Un brutto nome che indica un torneo prestigioso: la terza serie C unica, proprio come usava trent’anni fa, quando il Savoia fu protagonista di un campionato esaltante per qualità dei calciatori e di una stagione disgraziata, inizio di una discesa precipitosa tra i dilettanti. Mai, però, in una storia travagliata e combattuta, è stata subita l’onta di una mancata ammissione. Se il Savoia non si fosse iscritto quest’anno, sarebbe stato un fallimento per tutti. Lo abbiamo scritto su Torresette.it e lo ripetiamo ora che la situazione sembra risolta (con un sistema mobile di videosorveglianza ritenuto da Lega Calcio e Questura misura idonea a soddisfare le prescrizioni antiviolenza): sarebbe stato un fallimento per la città, innanzitutto. Non vale catalogare il Savoia tra gli svaghi eventuali e non tra i beni indispensabili. Se il business calcionon potrà mai appartenere all’Amministrazione Comunale, se è cosa giusta non assegnare a un club professionistico contributi assistenzialistici, lo stadio è patrimonio di tutti e renderlo idoneo all’uso spetta al proprietario. Almeno fino a quando non verrà firmato un accordo per trasferirne la gestione a privati. Quindi la stagione del Savoia partirà regolarmente e non sarà neppure necessario mendicare ospitalità in giro per la Campania. Il rifiuto incassato dal Prefetto di Salerno resta un indizio su quello che ci attenderà: sarà una stagione di divieti, il sovraffollamento regionale e la lunga serie di precedenti pericolosi consiglieranno prudenza fino al limite della paralisi. L’importante sarà esserci almeno quando il Savoia giocherà in casa. Videosorvegliati, felici e contenti. In zona Cesarini. MASSIMO CORCIONE