A cura della Redazione
Accade sempre, prima di ogni elezione, eppure stavolta il clima è ancora più esasperato; si vive come si fosse alla vigilia di un grande cambiamento, come se tutto non sarà mai più uguale a prima. Soprattutto abbiamo trascorso l’ultimo mese a vedere i grandi contendenti insultarsi, darsi del buffone, dell’evasore, finanche dell’assassino, evocare Hitler e la lupara bianca, abbiamo assistito a sfilate in Procura di politici di oggi e ministri di ieri con nelle mani stretta l’ordinanza di arresto, sono rispuntate dame bionde e dark lady, abbiamo scoperto (ma il sospetto era già forte) che le mazzette sugli appalti le prendono gli stessi di vent’anni fa. Insomma la voglia di cambiare prende per forza, più difficile è scegliere da che parte andare. Questo è affar vostro, delle vostre coscienze, frutto del convincimento che vi siete formato, facendo da spettatori in questo teatrino da periferia europea. Ho l’impressione che la scelta meno efficace sia non andare a votare, rinunciare a esprimere anche il proprio dissenso. Alla fine altri decideranno per noi,imporranno la loro volontà politica, nonostante la maggioranza non sia reale. Non potrà esserlo se quattro italiani su dieci non si presenteranno ai seggi. E sfido chiunque a dimostrare il contrario. Per ora, da cittadini, subiamo gli effetti di questa distrazione collettiva. Le cose non vanno bene, ci si è messo anche lo spread a oscillare e ogni punto dell’indice che risale sono interessi in più da pagare per lo Stato. Ci attende un’altra estate da paura e il risultato elettorale peserà comunque, quale che sarà il vincitore. E la paura genera inquietudine, tensione. Ho visto una metropoli come Milano bloccata dallo sciopero dei taxi, ronde notturne contro i crumiri, una militarizzazione della protesta. Una vicenda che pare marginale rispetto alle emergenze nazionali e invece genera rabbia sociale. Un segno preoccupante. Non il solo. Vista da qui, l’Europa è lontanissima. Se n’è parlato pochissimo, chi lo ha fatto l’ha dipinta quasi fosse una nemica da combattere. E si e preparato alle elezioni come si dovesse andare alla guerra. Ancora qualche giorno e conosceremo il nostro futuro immediato. Buona fortuna a tutti. MASSIMO CORCIONE