A cura della Redazione
E’ il più brutto segno dei tempi: in pochissimi anni Torre Annunziata ha perso la metà delle edicole. Chiuse per sempre, senza che mai si trovasse uno disposto a subentrare, anche quando il luogo (in altre epoche) avrebbe fatto supporre giri d’affari almeno sostenibili. Niente successione, neppure a regalare quelle licenze che prima erano tesori da tramandare per generazioni. Siamo in media nazionale, non rappresentiamo un’eccezione, stavolta. E’ l’effetto devastante della crisi che la stampa attraversa. In Italia e nel mondo. Si legge meno, o si legge diversamente. Tablet e smartphone consentono a tutti noi di essere aggiornati in tempo reale anche quando la tv o la radio sembrerebbero lontane. La rotazione della Costa Concordia, tanto per citare l’ultimo esempio, è stata seguita in diretta da milioni di italiani che non hanno dovuto attendere la mattina successiva per conoscere i dettagli della grandiosa operazione che l’ingegneria italiana aveva approntato. Gli stessi quotidiani hanno garantito, nelle loro edizioni on line, un’informazione capillare per tutte le diciannove ore della missione speciale. E non è stato cannibalismo: arginare l’alluvione di parole, immagini, testimonianze, disegni, ricostruzioni virtuali sarebbe stato impossibile per chiunque. E non sarebbe giusto frenare il processo tecnologico. Più cose conosciamo, e prima le conosciamo, e più potremo considerarci liberi. Liberi di formarci le nostre opinioni. Il Grande Fratello lavora per noi, non contro di noi. Accadeva anche quando i giornali si vendevano e si leggevano. C’era chi li leggeva meglio, quasi inalando l’inchiostro servito per stampare quelle pagine. E la fama di grande lettore generava un alone di fascino intorno alla persona: spesso il grande lettore, o la grande lettrice, teneva banco, dava la linea, anche se solo riferiva quel che aveva trovato scritto. Oggi no, tutti sanno ancor prima di aver messo il naso fuori di casa. L’appuntamento con l’edicolante per il primo contraddittorio della giornata viene sistematicamente saltato. Eppure cala un velo di tristezza quando si vede uno dei rari angoli torresi dove prima si poteva scegliere un libro da leggere o da regalare trasformato ora in agenzia di scommesse. Il cambiamento credo sia costato tanto anche a chi ha dovuto deciderlo, ma non si vive di ricordi. L’esercizio di progettare il proprio futuro è il più difficile, la passione deve cedere il passo alla ragione. Nessuno potrà mai sopprimere l’esigenza di raccontare la realtà, raccontarla dal proprio punto di vista. E scandagliarli tutti questi punti di vista rende il nuovo lettore molto simile al vecchio. Il compromesso, o forse il sogno per chi è nel bel mezzo della rivoluzione, sarebbe un’edicola telematica dove ti consegnano una tavoletta elettronica da consultare per un’informazione di qualità, senza tanto “copia e incolla” e con tanta personalità. Un rito da consumare insieme a un buon caffè. E’ solo un’idea. Chissà che cosa ne pensa da lassù il mio vecchio amico don Teodoro Belfiore... MASSIMO CORCIONE