A cura della Redazione
Chiuso per ferie: l’intero Paese sta per andare in vacanza, anche se la voglia quest’anno non è poi tanta e i soldi sono ancora meno. L’Italia dipinta in questi giorni dai servizi dei telegiornali e dalle inchieste sui giornali mette un po’ di tristezza. Ma la rappresentazione è per una volta tremendamente sovrapponibile alla realtà. E se gli italiani se la passano male, noi a Torre Annunziata stiamo peggio, come al solito. E non è solo questione di ricchezza che non c’è e di povertà incombente. Scade anche il livello delle polemiche: l’ultima alla quale avrei voluto assistere è la sfida di campanile con Scafati che per qualche giorno ha occupato il Muro di TorreSette. Meglio noi, o meglio voi? La logica è quella dell’Italia dei Comuni, non quella dell’Europa unita ed eternamente sotto scacco. Soprattutto pare anacronistica e improduttiva: l’oscar della vivibilità lo vincono altrove, qui si vive in piena zona retrocessione. E qualche chilometro non fa la differenza: l’aggressione alla troupe di Metropolis è l’esempio del grado di barbarie che spesso si raggiunge, e nessuno di noi può sentirsi escluso dalla responsabilità per l’imbarbarimento. Non esistono liste di buoni e cattivi, così come non esiste un punto di separazione tra il paradiso e l’inferno. La discesa è progressiva e purtroppo sta diventando inarrestabile. Per Torre come per tutta la zona pigramente adagiata intorno al Vesuvio. D’accordo su un punto: non ci si salva rifugiandosi nel passato, nella retorica di come eravamo bravi, e come eravamo belli. Conta il quotidiano che si vive, le rievocazioni vanno bene solo quando hanno valore storico. La prossima settimana verrà ricordato il derby (chiamiamolo così) tra pescatori torresi e stabiesi per contendersi l’immagine della Madonna della Neve, uno dei simboli che ancora unisce la città, al di là delle mille divisioni politiche. Quella volta vincemmo e l’impresa va celebrata proprio come segno d’unità. La versione estiva della festa patronale non ha la tradizione dell’appuntamento del 22 ottobre, eppure mai come stavolta può aiutare a ritrovare un po’ di serenità. Quindi appuntamento in mare, senza fingere che sia trasparente come non lo è stato neppure nel tempo evocato dai nostalgici di professione. A patto che non si parli più della rivalità con qualche altro paese vicino e disgraziato quanto noi. Sarebbe come chiudere per ferie anche la ragione. MASSIMO CORCIONE