A cura della Redazione
A volte la scienza riesce a essere paradossale: l’altra mattina un professore di economia alla radio proponeva la classifica delle regioni maggiormente danneggiate dall’ultima crisi economica. Al primo posto la Lombardia, all’ultimo la Campania. Come dire che un malato terminale sta meglio di chi ha un forte raffreddore. Magari ho esagerato anch’io nella metafora, ma la graduatoria proposta dall’economista l’ho letta in senso molto negativo: peggio di così è impossibile per noi. Ma un vantaggio c’è se sei ultimo in una corsa: puoi solo migliorare. Anche nella caccia al lavoro che non c’è. E’ pura utopia pensare che qualcuno dall’alto lanci la manna per soddisfare l’appetito di chi fatica a mangiare. Allora il lavoro dobbiamo inventarcelo. Rimettere a posto la città, per esempio, ridare una dignità perduta a interi quartieri, sfruttare finalmente uno spazio fronte mare finora sempre sacrificato e mai valorizzato. Quei finanziamenti troppe volte sono andati perduti, occasioni sfumate più per pigrizia burocratica che per volontà politica. Nel nuovo bilancio si punta anche su questo, più che un’opportunità è una ciambella di salvataggio alla quale appigliarsi per evitare di affogare. La chiamano riqualificazione urbana, è soprattutto un tentativo per riparare a errori che si sono sovrapposti nelle varie ere politiche. Qual è oggi l’identità di Torre Annunziata: una città di mare oppure solo una città sul mare? Non è solo un gioco di parole, in gioco ci sono il futuro, lo sviluppo, le possibilità di crescita finora mortificata. Vi pare poco? Non vi propongo scenari invecchiati anche nella nostra memoria di visionari: la copertura della trincea ferroviaria, per esempio, oppure il prolungamento di via dei Mille che pure figura nel bilancio comunale. Basterebbe una mano di freschezza alle nostre strade, tanto per togliere un po’ di vecchiume pure alla nostra storia. Ci stiamo appigliando a tutto, perfino l’estate può trasformarsi in piccolo volano. Proprio sfruttando la crisi: meno soldi in giro, più forte la tentazione di tornare a casa piuttosto che farsi deportare su quegli anonimi lungomare dove t’interroghi spesso sul perché sia lì o su che cosa ti abbia spinto lontano da Torre. Forse è troppo tardi per pianificare un’estate torrese, ma un tentativo va comunque fatto. Aspettando che il mare torni praticabile. Ma per ora quello sarebbe un miracolo. E per quelli Torre non s’è ancora attrezzata. MASSIMO CORCIONE