A cura della Redazione
E’ sempre una questione di talento: nell’arte, nel lavoro, nello sport, nella vita. Per aver successo basta sviluppare quello giusto, spesso nascosto dentro di noi, mimetizzato a volte dietro un’apparente imperizia. Lo dico soprattutto ai ragazzi impegnati negli esami di maturità: vietato abbandonarsi alla scelta più scontata, più comoda. Il vantaggio immediato si rivelerà presto un handicap, con l’amara scoperta di aver solo perso del tempo. Come popolo torrese, micromondo dell’universo napoletano, siamo fortemente ricchi di talento. In giro ce ne sono tanti, di torresi capaci di incantare da un palco, da una cattedra, in un laboratorio, su un ring o più semplicemente in un ufficio. Non faccio differenza tra chi è restato e chi ha scelto la via del provvisorio esilio. In comune hanno tutti uno strano destino: spesso restano sconosciuti nella propria città. Se chiedessi in giro il nome del commissario tecnico della nazionale italiana di pugilato, quanti risponderebbero Raffaele Bergamasco, torrese purosangue, ex campione italiano, figlio d’arte? Eppure è il Marcello Lippi della boxe, è nato e cresciuto dalle nostre parti, ora a lui sono affidati i progetti di medaglia olimpica di Russo e Cammarelle. L’estate è il tempo ideale per un ripasso: TorreSette comincerà prestissimo un viaggio nell’eccellenza torrese, con l’occhio rivolto soprattutto ai giovani, ai protagonisti del domani. Sarà pure retorica affermare che in loro sono riposte le speranze di cambiamento, ma è l’autentica verità. Esiste un talento anche nella politica? Certo che esiste, ne siamo fortemente convinti, pure se è offuscato da un troppo diffuso disfattismo. Molti si fermano alla prima delusione, al primo contrattempo. Resistere e ripartire sono i due verbi da coniugare in questi casi. L’ultima sciagurata competizione elettorale a qualcosa può servire: a recuperare forze fresche, idee innovative, soprattutto una logica nuova nei rapporti. Torre Annunziata sta molto peggio dell’Italia. Qui si insiste sulle contrapposizioni tra partiti, salvo poi assistere a cambi di schieramento che spesso assecondano il vento della polemica, trascurando l’interesse della città. Molti anni fa parlai della necessità di un governo di salute pubblica. Nulla è stato mai fatto che andasse in quella direzione che ritengo tuttora l’unica possibile. Io continuo a crederci. E’ un’utopia? Forse. Ma per sognare non ci vuole talento. Possiamo permettercelo tutti. MASSIMO CORCIONE