A cura della Redazione
Milioni cercansi disperatamente. Sono quelli indispensabili per rilanciare una terra dimenticata, sono anche quelli che chi si appresta a governarci sostiene che siano stati non spesi o che siano sfumati per pigrizia amministrativa da chi li ha preceduti. A questo punto la ricerca delle colpe per quel che è stato è un esercizio non produttivo, conta solo che la questione sviluppo non sia posposta ad altre emergenze. L’agenda del governo non può essere gestita solo con il conta-titoli dei giornali: più spazio si garantisce sulla stampa a un problema nazionale, più attenzione viene dedicata alla soluzione. Non è possibile che noi non facciamo più notizia, con le nostre miserie, con le nostre lamentazioni, con le nostre indifferibili urgenze. Il duello romano tra Rutelli e Alemanno è stato combattuto tutto sul tema della sicurezza, come se la Capitale improvvisamente fosse diventata il Bronx, una terra di frontiera. Esagerazioni elettorali che ci vedono silenziosi (e arrabbiati) spettatori, noi che viviamo davvero nel Far West, dove spesso l’unico lavoro che si offre a un ragazzo è il delitto. Leggerete in questo numero di Torresette delle inquietanti testimonianze: minorenni che guadagnano per far da sentinelle ai mercanti della droga, piccoli spacciatori che per anni hanno gestito il commercio come se fosse l’occupazione più normale del mondo. Ma c’è una risposta che apre alla speranza: la normalità, un lavoro qualunque, rappresentano ancora un’alternativa alla malavita. Basterebbero le prime diserzioni a smantellare questo esercito che fa della sopraffazione e del malaffare gli unici ideali. Un esercito che è partito all’assalto di nuovi territori: il Sole 24 ore ha denunciato una presenza sempre più invasiva di un clan torrese nel business che si sviluppa intorno a Civitavecchia, trecento chilometri più a nord: segnale di un allargamento dell’orizzonte che non può passare inosservato. Anche per la camorra siamo solo un osso da spolpare, una roccaforte da rendere inespugnabile, dove la legge è quella del più forte e i più deboli siamo noi, estranei a quei giochi, ancora convinti che rispettare le norme, pagare le tasse, tenere in gran conto la vita siano sempre i valori cui ispirarci. Ecco perché quei milioni, che dovrebbero arrivare più dall’Europa che dall’Italia, sono fondamentali. Costruire un futuro diverso per questa città, per questa zona non può rappresentare solo un punto di una piattaforma elettorale, ma un impegno che tocca a noi far rispettare. Non abbiamo garanti, né a Roma né a Bruxelles, dobbiamo far da soli. Come sempre: il Sindaco ha pure questa funzione, di sorvegliare che nessuno ci scavalchi. Sicurezza e sviluppo devono diventare due certezze, non due ennesime scommesse. E quei milioni più che un premio sono un diritto. MASSIMO CORCIONE DIR. SKY SPORT