A cura della Redazione
Se la speranza ha un volto, non può che somigliare a Vittoria, la bimba più buona d’Italia, Abita a Torre Annunziata e questo dettaglio vale più di anni d’allenamento nel campionato della bontà. La storia di Vittoria Torresette l’ha già raccontata: scoperta quasi per caso delle sue insegnanti, sembra uscita dalla penna di De Amicis. Invece è vera, verissima, ora diventata di dominio pubblico come spesso accade alle vicende privatissime. Stavolta nessuno può gridare alla violazione della privacy, la mobilitazione popolare in soccorso di una situazione personalissima aiuta a riscoprire antichi valori. Quello della solidarietà, per esempio. La premiazione dura lo spazio di un mattino, il difficile arriva dopo una cerimonia anche indimenticabile, tanti sorrisi e mille baci sotto gli occhi poco discreti delle telecamere. E’ il ritorno alla quotidianità la vera impresa da superare. Vittoria non deve più ritrovarsi sola a combattere la sua battaglia, il calore di un giorno deve trasformarsi in una energia positiva alimentata da tutti. Il Comune le ha donato un computer e un corso per imparare a usarlo bene. E’ solo l’inizio: Vittoria merita di essere assecondata nelle sue aspirazioni, fino alle loro realizzazioni. Ha candidamente confessato di voler diventare da grande “un’infermiera per star vicina alle persone che soffrono”. E’ ancora il desiderio di una bambina che si è scontrata subito con il lato più brutto della vita, con la sofferenza vissuta nelle mura di casa. Dobbiamo poterle regalare orizzonti più ampi, restituirle il diritto di sognare come tutti gli altri suoi coetanei. Deciderà poi lei che cosa fare, ma dobbiamo consentirle di mettersi alla pari, azzerando uno svantaggio di cui non ha colpa. Pubblico e privato dovrebbero fare a gara per assicurare a questa campionessa d’altri tempi il sorriso e un avvenire. Il muro di Torresette serve anche a questo: a raccogliere le vostre idee, le vostre proposte. Se per una volta Torre Annunziata è finita in tv e sui giornali per una storia edificante il merito è tutto suo: non azzera, ma almeno attenua l’eco infamante di imprese tutt’altro che meritorie compiute da altri di noi. Ecco perché se la speranza che qualcosa possa finalmente cambiare deve avere un volto, questo deve essere quello di Vittoria. E’ benaugurante anche il nome. Non dimentichiamolo. MASSIMO CORCIONE DIRETTORE SKY SPORT