A cura della Redazione
Com’è possibile? Morire nell’auto all’uscita di un’autostrada? Le domande se le sono poste tutti gli italiani che domenica mattina hanno appreso dai telegiornali l’assurda fine del tipografo napoletano sommerso nella propria auto dal nubifragio di sabato notte. Dovunque tu ti trovi, il fatto di essere di Torre Annunziata ti fa diventare destinatario dei quesiti, come se fossero cose dell’altro mondo, inspiegabili ai più. E diventa difficile anche fornire risposte: i soccorsi erano già giunti, sono stati efficienti, la mobilitazione è stata generale, ma perché è successo? Le pendenze di quel sottopassaggio a prima vista sembravano un po’ sospette anche quando l’uscita di Torre Annunziata Sud venne riaperta, nessuno osava pensare al peggio, all’inondazione. Toccherà ora alla magistratura verificare se quei dubbi erano semplicistiche osservazioni da profani, oppure se avevano un fondamento tecnico. Neppure una disgrazia riceve una spiegazione plausibile, normale da queste parti. La normalità resta un traguardo lontano: la scorsa settimana un reportage di Antonio Corbo su Repubblica raccontava la condizione impossibile (e assolutamente anormale) vissuta in Procura e in Tribunale: magistrati costretti a leggere i fascicoli nei corridoi, interrogatori che tardano perché mancano sale libere, tutti vantaggi concessi a chi è dall’altra parte, arruolato nell’Antistato che ci soffoca. Non so se tra le soluzioni possa essere annoverata anche la nuova figura del sindaco-sceriffo. La situazione è molto vicina a quella del Far West, ma lo Stato dovrebbe garantire rispetto e vivibilità anche senza ricorrere ai poteri speciali. Ma non è il momento di abbandonarsi ai dibattiti, non ce n’è il tempo. Già la settimana è trascorsa in un clima da campagna elettorale: sarà interessante verificare la partecipazione popolare alla consultazione promossa dal prossimo Partito Democratico. Sarà il primo termometro per verificare se l’antipolitica è davvero un fenomeno esteso. Io resto dell’avviso che esserci è sempre meglio che restare a guardare. Almeno non si hanno rimpianti per quello che si sarebbe potuto fare e non è stato fatto. Ecco perché tifo sempre per una presenza torrese in tutti i parlamentini. E’ meglio avere uno dei nostri, uno che ci aiuti a trovare risposte a quelli che altrimenti restano misteri insondabili. E non ce li possiamo più permettere. Dobbiamo capire e agire. Con tutti i mezzi, anche con il voto. Massimo Corcione Direttore Sky Sport