A cura della Redazione

Ancora una volta gli "Attori per Caso" hanno dimostrato grande professionalità e bravura mettendo in scena sabato 22 e domenica 23 aprile al Teatro Politeama di Torre Annunziata la commedia "Lu curaggio de nu pumpiero napulitano", libero adattamento da Eduardo De Filippo. Il teatro era gremito e il pubblico, catturato dalla spontaneità e naturalezza della recitazione, dall'affiatamento della compagnia, dai bei costumi e dalle belle scenografie ha applaudito fragorosamente questi attori che non hanno scuole di recitazione alle spalle, ma solo una grande passione per il teatro.

La commedia, al di là dei consueti temi dei finti nobili, dei colpi di scena, degli amori contrastati è nota perché introduce il personaggio di Felice Sciosciammocca, che qui convive con la famosa maschera napoletana, Pulcinella, servo furbo e inaffidabile, emblema di ignoranza, follia, astuzia e ambiguità. Al contrario Felice Sciosciammocca è un Pulcinella capovolto, non ama il danaro, è leale, onesto e corretto. Quando si presenta sulla scena con il suo tubino troppo stretto in bilico sulla testa, con la sua giacchetta lisa e striminzita e con le sue scarpe esageratamente larghe e lunghe diventa subito oggetto di derisione da parte di Pulcinella.

La scena poi del dialogo fra Felice Sciosciammocca e Pulcinella è stato il momento più divertente ed esilarante della commedia grazie alla brillante e vivace interpretazione di Felice Pinto nei panni di Pulcinella e a quella magistrale di Vincenzo Pinto, un giovanissimo attore appena diciassettenne, che è riuscito a rendere il fare impacciato di Felice Sciosciammocca con una mimica straordinaria e una recitazione naturale e spontanea.

Anche Vincenzo Di Luca ha dato prova della sua bravura nell'interpretazione del barone Andrea, un ciabattino diventato ricco e nobile grazie all'eredità di un lord londinese, che biascica comicamente qualche parola di inglese e per la sua smania di nobiltà vuole per la figlia Virginia, innamorata invece di Felice Sciosciammocca, un matrimonio altolocato. Da elogiare anche la regista Emma Minervino e gli altri attori della compagnia che hanno contribuito alla buona riuscita dello spettacolo. Un momento particolarmente vivace e movimentato è stato quello della scena dell'incendio quando gli attori, avvolti da una nuvola di fumo, si rincorrevano sul palcoscenico in un gioco di luci e in mezzo a quel grande trambusto Felice Sciosciammocca si agitava impaurito con un cappello lambito da una fiamma di fuoco.

Applausi scroscianti e tanta commozione per il discorso finale di Felice Pinto, deus ex machina della Compagnia oplontina, che ha parlato della funzione del teatro, che è quella di stimolare l'animo degli spettatori attraverso le emozioni, una specie di educazione sentimentale che si realizza con il solo aiuto delle parole. «Le parole - ha detto Pinto -, formano le storie, fanno incontrare le persone, fanno innamorare e odiare, fanno scatenare le guerre e fanno tornare la pace, ci fanno ridere come bambini, ci accarezzano come il vento e a volte sono pesanti come un pugno sulla faccia. Le parole sono come mattoni, più parole si hanno - conclude - e più grande è la casa che possiamo costruire».

La regista Emma Minervino

Per essere sempre aggiornato clicca "Mi Piace" sulla nostra pagina Facebook