A cura della Redazione

Un percorso didattico iniziato con la Prima Guerra Mondiale, continuato con la Seconda e che si concluderà, come a chiudere un cerchio, l'anno prossimo quando ci sarà la ricorrenza del centenario della Grande Guerra '15-'18.

E' questo il progetto portato avanti con entusiasmo dagli alunni della scuola media "Alfieri", partendo dalle pagine di storia sui libri per arrivare ad incontri diretti con studiosi di questi eventi e persone che li hanno vissuti in prima persona.

Ad avere un confronto su queste tematiche è stato per primo, giorni fa, il professore Salvatore Cardone, già docente dello stesso istituto scolastico e giornalista di TorreSette. Partendo proprio dai suoi articoli, ha parlato ai ragazzi degli oltre 500 torresi caduti  e dispersi della Prima Guerra Mondiale, i cui nomi sono citati nel libro di Ottavio Ferrini "Ai caduti di Torre Annunziata".

Il ricordo di quel tragico evento bellico, vissuto nel fango delle trincee, tra il fuoco delle mitragliatrici e quello dei lanciafiamme, è emerso anche con la citazione degli eroi morti, come Angelo Iovene e Vincenzo Rocco, raffigurati simbolicamente nel monumento ai caduti di piazza Cesàro. Oppure di Giuseppe Tagliamonte ed Ercole Ercole (quest'ultimo un valoroso ed avventuroso aviatore sopravvissuto), tutti decorati con medaglie d'oro ed argento e ai quali sono stati intitolate anche strade, ad eccezione del primo.

Mercoledì 1 febbraio c'è stato il secondo incontro, dedicato all'ultima guerra mondiale. Hanno portato la loro testimonianza due scampati alla morte.

«Ero nel campo di concentramento di Dachau, insieme agli Ebrei, e ne ho visto morire a migliaia scomparsi nei forni crematori, per malattie o fame - così ha affermato Antonio Iacuzzo -. Mangiavamo di tutto, bucce di patate, erbe e qualsiasi cosa era commestibile, pur di sopravvivere».

Carlo Arpaia, maresciallo della Marina, fu invece rinchiuso in un campo di prigionia in Inghilterra. «A me fortunatamente è andata meglio, pur dovendo sopportare la reclusione, almeno avevamo di che mangiare e venivamo trattati più umanamente».

Il professore Antonio Landi, referente per la Campania dell'Associazione Combattenti e Reduci, ha raccontato una sua triste vicenda personale. «Mio zio non abbiamo potuto nemmeno riabbracciarlo - ha detto - perché la sua nave fu affondata e lui scomparve in mare».

Poi ha informato gli studenti su un concorso al quale possono partecipare ed inerente ai combattenti nelle due guerre.

L'altro maresciallo della Marina, il giornalista Vincenzo Marasco, presidente del centro studi storici Nicolò d'Alagno, ha trattato soprattutto l'argomento riguardante il fascismo, citando uno sconosciuto torrese, Mario Guarriera, che ha speso la sua vita tra socialismo ed antifascismo. E sul quale ha pubblicato un opuscolo per farlo conoscere ai suoi concittadini, anche per la tragica fine, perché è morto nello "scoppio dei carri" del 21 gennaio 1946.

Il professore Salvatore Cardone, che ha fatto da moderatore, ha ricordato Rocco Caraviello, torrese, e Maria Penna, la moglie, barbaramente assassinati a Firenze dove vivevano, perché partigiani (anche il cugino Bartolomeo ebbe la stessa sorte) e che a loro è intitolata la sezione oplontina dell'A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) proprio a pochi passi dalla scuola, nella stessa via Gambardella.

Oltre a dire ai giovanissimi studenti che anche via Gino Alfani è intitolata ad un sindaco e deputato antifascista torrese.

Insomma è stata una bella giornata di storia italiana e cittadina, che rimarrà impressa nella mente delle ragazze e ragazzi presenti, che hanno partecipato con entusiamo.

L'iniziativa è stata fortemente voluta dalla dirigente scolastica Annunziata Martire e perfettamente organizzata dalle professoresse Francesca Fortunato, Valentina Malpede e Stefania Scassillo, con la prima collaboratrice Lucia Giugliano.

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