Giovanni Nicotera nacque nel Comune di Sambiase, nell’allora provincia di Calabria Ultra Seconda, ora Catanzaro. Il 4 gennaio 1968 Sambiase si è poi unito a Nicastro e Sant’Eufemia Lamezia per costituire il Comune di Lamezia Terme, di cui ora fa parte. Dal suo atto di nascita, il numero 137(che ci è stato gentilmente inviato dall’ufficiale di Stato Civile di tale città, il dottor Aldo Tropea), risulta che Nicotera è nato il 9 settembre 1828, alle ore 23. La madre è Giuseppa Musolino, di anni 20, la stessa età del marito Felice che dichiara il figlio al sindaco Domenico Graziano due giorni dopo, l’11 settembre, quando lo fa anche battezzare nella chiesa di San Pancrazio. 

Giovanni fu influenzato fin da ragazzo dalle idee giacobine e rivoluzionarie dello zio materno Benedetto, aderendo a 15 anni alla società carbonara dei Figliuoli della Giovine Italia, fondata dallo zio. Partecipò alla rivolta antiborbonica del 1848 e alla difesa della Repubblica Romana nel 1849. Nel 1857 organizzò con Carlo Pisacane la fallita spedizione di Sapri. Ferito e fatto prigioniero fu condannato a morte. La pena gli fu commutata in ergastolo nell’isola di Favignana, dove restò tre anni prima di essere liberato nel 1860 dalle truppe di Giuseppe Garibaldi.

Al fianco dell’eroe dei Due Mondi fu partecipe a diverse imprese, tra cui quella sfortunata dell’Aspromonte nel 1862. Intanto era stato eletto parlamentare nel 1861 nell’VIII legislatura (la prima del Regno d’Italia) e svolse la sua attività di deputato per un trentennio.
Massone, fu Maestro Venerabile di una importante Loggia di Napoli nel 1869. Con l’arrivo al governo della Sinistra Storica, di cui era uno degli esponenti più importanti, fu nominato Ministro dell’Interno nel marzo 1876.

E’ nel febbraio 1877 che con  questo suo incarico firmò, il 22 di quel mese, l’aggregazione della frazione Oncino, appartenente a Boscotrecase, e di quella Grazie, facente parte di Boscoreale, al Comune di Torre Annunziata. Unione che divenne operativa il primo maggio di quell’anno.

L’Amministrazione della nostra città gli fu grata al punto da intitolare al suo nome il Largo Ferrovia che divenne piazza Giovanni Nicotera. A dicembre dovette dimettersi  e restò come deputato fino al 1891, quando nel febbraio di quell’anno ritornò ad essere nominato Ministro dell’Interno, carica che ricoprì fino al maggio del 1892. Dopo si ritirò nella sua casa di Vico Equense, in provincia di Napoli, dove morì il 13 giugno 1894.

Dal suo atto di morte, il numero 128, gentilmente inviatoci dall’ufficio Anagrafe e Stato civile di questo Comune della penisola sorrentina (per intercessione dell’ex assessore torrese Antonio Irlando), apprendiamo che fu dichiarato al sindaco di allora, Giuseppe De Gennaro, che il barone Giuseppe Nicotera era morto  «alle ore antimeridiane undici e minuti quindici nella sua abitazione in via Nicotera (già in vita aveva una strada intitolata a lui!) al numero undici, generale in riserva, residente in Napoli, sezione San Giuseppe, di anni sessantasei, nato a Sambiase (dove gli hanno dedicato un monumento), marito di Gaetana Poerio».

(Nell'immagine, una veduta di piazza Nicotera negli anni '30 del secolo scorso - foto di Giuseppe Mesisca. Nel riquadro, Giovanni Nicotera - Wikipedia)

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