A cura della Redazione

La rievocazione storica del 5 agosto, giorno in cui avvenne la “pesca miracolosa” che portò sulle spiagge arse di Torre Annunziata la cassa contenente la Sacra Icona della Madonna della Neve, è divenuta oramai un’occasione sempre più attesa dal popolo torrese.

L’appuntamento che si svolge sulle spiagge di Rovigliano, nello specchio di mare antistante a quel che fu il bellissimo Villaggio del Fanciullo, ora un rudere, nei pressi della Petra Herculis, e sul confine delle acque territoriali con il vicino Comune di Stabia, anche quest’anno è stato ampiamente partecipato. Come sempre la rievocazione inscenata dai pescatori torresi ha suscitato nei presenti grandi emozioni. Sono momenti in cui il legame con la nostra grande tradizione mariana diventa tangibile e nel contempo si rinnova la devozione del popolo per una realtà religiosa intrisa di misticismo e mistero qual è quella che pervade osservando il volto della nostra Madonna.

E ancora una volta i protagonisti di questo grande momento folkloristico sono stati loro: i pescatori di Torre Annunziata come sempre capeggiati da un grande Ciro Setaro, oramai figura emblematica torrese.

Dediti a mantenere vivo questo frangente, dalla valenza altamente culturale, essi ripercorrendo per mare l’antico tragitto ma questa volta accompagnati dalla copia del quadro della Madonna della Neve che poi getteranno in acqua, si sono riportati, come da oltre quarant’anni a questa parte, sul luogo in cui nella prima metà del XV secolo venne issata a bordo dei legni dei loro avi la misteriosa cassa reduce chissà da quale naufragio avvenuto al largo del seno napoletano.

Lo stupore di chi all’epoca si ritrovò ad aprire quell’involucro, con la speranza affranta di ritrovare un tesoro, dal quale poi si rinvenne una preziosissima opera di terracotta, continua puntualmente a palesarsi ogni qual volta i pescatori lo riaprono e ne mostrano il contenuto al pubblico assiepato ai loro lati. Questo seppur siano trascorsi secoli e secoli.  

Quella della Madonna della Neve è una storia che non ha tempo. Tutto si cela nel mistero, dal suo ritrovamento alla famosa disputa tra i pescatori di Torre Annunziata e quelli di Castellammare della quale non si è mai reperito nulla di scritto, ai tanti miracoli attribuiti alla stessa Vergine Bruna. Resta il fatto che la Madonna dimostra sempre delle facoltà incredibili e puntualmente ricorrenti: quelle di riunificare, conducendolo verso di Lei, almeno per un momento il popolo torrese è proprio una di quelle.

Poi il fascino della rievocazione, dove ogni singolo gesto è frutto solo di un contesto definibile genuino, dove non reggono né dettami e nemmeno indicazioni da copione. L’improvvisazione di coloro che partecipano attivamente, con il clamore tumultuoso del popolo che quasi sempre diviene parte della sceneggiatura, è un amalgama magnifica in quel che non è altro che il rivivere di una vicissitudine popolare.

Quest’anno poi la voce di un giovanissimo pescatore, che al cospetto dell’Icona della Madonna della Neve ha lanciato un appello struggente al cuore di coloro che infangano con i loro gesti e il loro modo di vivere la città e le sue tradizioni, ha reso la rievocazione particolarmente toccante.

Queste sono le tante emozioni che ogni anno il 5 agosto ci regala. Per il resto siamo del parere che si potrebbe fare ancora di più per una manifestazione del genere. In primo luogo renderla meglio fruibile con una drastica miglioria del luogo in cui viene espletata e pubblicizzarne l’evento in modo più capillare onde farlo meglio conoscere e comprendere fuori dal territorio nostrano. La rievocazione, se ben veicolata, siamo certi che potrebbe essere un altro grande attrattore per la nostra città la quale ne goderebbe di utili ritorni di immagine.

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