“In questa casa il 12 novembre 1843 nacque Nicola Salvatore Dino matematico illustre maestro insigne nell’Università di Roma e Napoli, i concittadini 23 marzo 1919”. Così è scritto sulla lapide situata al numero 215 del Corso Umberto I, sul frontale del palazzo Fusco. E a questo nostro famoso concittadino è stata intitolata anche una strada, quella che congiunge via Tagliamonte con via Epitaffio.

Ma chi era e perché è diventato celebre? Abbiamo fatto delle ricerche al riguardo, ad iniziare dal suo certificato di nascita, conservato all’archivio storico di Torre Annunziata e registrato con il numero 473. Innanzitutto precisiamo che il suo nome era Nicola Antonio, nato nella casa dei genitori, nell’allora strada Regia, dalla madre Rosa Angiola Maria Luigia Correale, di anni 24, e battezzato nella chiesa dello Spirito Santo tre giorni dopo, il 15 novembre. Il padre Ferdinando, benestante, che aveva 32 anni, era nato il 28 febbraio 1811, atto 86, nel vicolo Bonito, da Nicola Antonio Salvatore, di 28 anni, negoziante semolaro, e da Maria Lucia di Dino, di anni 23.  Si comprende, così, che il noto matematico aveva il nome del nonno, Nicola Antonio, e che il cognome era Salvatore, al quale era stato aggiunto quello della nonna, Dino.

Molti pensano, invece, che il nome sia Salvatore e il cognome Dino, una convinzione comune a tanti, anche abitanti nella strada che porta il suo nome. Abbiamo citato la sua famiglia ancora per un altro motivo. Perché  sia il nonno che il padre sono stati sindaci di Torre Annunziata, il primo dall’inizio di gennaio 1835 alla fine di dicembre 1837; il secondo dal 3 febbraio 1847 al 25 febbraio 1848 e poi per circa sette mesi dal primo maggio 1867 al 20 novembre dello stesso anno. Inoltre Ferdinando è stato eletto anche deputato del Regno nel 1861, durante la prima legislatura dopo l’Unità d’Italia. Ma adesso parliamo del personaggio centrale di questa ricerca, Nicola Antonio Salvatore Dino. All’età di 25 anni, nel 1868, ottenne la laurea honoris causa, con dispensa dagli esami,  in matematica pura dall’Università Federico II di Napoli  “per la moltitudine di svariate e difficili ricerche di Analisi, Geometria e Meccanica”. Successivamente fu professore al liceo classico napoletano “Umberto I”, docente di geometria  superiore e ordinario di geometria proiettica ed analitica presso le università di Roma nel 1882 e Napoli nel 1886. Infine membro dell’Accademia delle Scienze e dell’Accademia Pontaniana di Napoli.

Questo illustre matematico è ricordato anche per un suo atto di generosità verso un altro grande torrese di adozione, Ernesto Cesàro, suo allievo. Quando quest’ultimo perse il padre e si trovò in difficoltà economiche, Nicola Antonio Salvatore si adoperò per fargli ottenere dall’amministrazione comunale di Torre Annunziata un sussidio per consentirgli di continuare gli studi. Gli fu concesso anche perché Salvatore lo motivò così: “Sarebbe colpa imperdonabile abbandonarlo a se stesso. E’ una forza che non deve andare perduta. Se persevera, come spero, nella via lunga e faticosa degli studi severi e ben ordinati farà onore al nostro paese”. Quindi è anche grazie al suo maestro che il matematico Cesàro divenne una celebrità a livello europeo. Nicola Salvatore Dino morì all’età di 75 anni, il 2 febbraio 1919. Il mese successivo Torre Annunziata gli volle dedicare la lapide che ancora oggi possiamo vedere vicino alla sua casa natale.