Quante volte siamo passati davanti alle terme vesuviane Nunziante, o vi siamo entrati per curarci con le sue benefiche acque, senza chiederci chi era il personaggio al quale sono intitolate? 

Ebbene, abbiamo voluto arricchire la “biblioteca culturale e storica del nostro giornale” parlandovi di questo generale borbonico che morì proprio nella nostra città il 22 settembre 1836, a 61 anni. 

Pochi giorni dopo il letterato Raffaele Liberatore ne pronunciò l’elogio funebre nella chiesa della Vittoria a Napoli, dove si svolsero i funerali.
Successivamente fu imbalsamato e sepolto nella chiesa del Perdono a San Ferdinando, il comune della provincia di Reggio Calabria da lui fondato. Ma qual è il legame che unisce quest’uomo a Torre Annunziata? E’ stato lui a costruire le famose terme di via Marconi nel 1831, e ce lo racconta proprio Liberatore in una sua opera pubblicata subito dopo la morte di Nunziante, nel 1836, dal titolo Il tenente generale Vito Nunziante. Ecco il passo del libro che descrive la “nascita” delle Terme Vesuviane.

«E va debitrice ad essi l’arte salutare fatta pollare in un promontorio ai pie’ del Vesuvio e che porta il nome di lui. Acqua per la quale volle il Marchese con opera veramente romana tagliare altissima rupe, spianare scogli e grandiose terme edificare, già fatte celebri per la sanità a mille infermi ridonata, e dove sempre andar potevano a dissetarsi gl'indigenti, a’ quali pur sempre era una stanza da bagno serbata. Ed in questo imprendimento di tanto propizia gli fu la fortuna che, scavando a quell’uopo il suolo, venne ad abbattersi in fabbriche e pozzi da’ Romani appunto ad uso di terme colà costruiti, tal che ora le nuove accanto alle antiche s’innalzano». 

Infatti le attuali terme sono state costruite su quelle più antiche edificate addirittura nel 64 d. C., circa venti secoli fa! Ma ritorniamo a Nunziante e spieghiamo perché è morto proprio a Torre Annunziata.

Nel bonificare i terreni paludosi di San Ferdinando, ebbe un attacco di “morbo nero”, probabilmente cirrosi epatica conseguenza della malaria endemica presente in quella zona. Per cui nel 1832 venne nella nostra città per curarsi con le acque termali che aveva scoperto e vi morì quattro anni dopo.  Nunziante era molto disponibile verso i bisognosi, tanto è vero che non solo a Torre Annunziata destinò una delle stanze termali agli indigenti, ma anche sull’isola di Vulcano, dove edificò delle terme, consentì ai poveri di accedervi gratuitamente. Inoltre fece costruire case per gli operai e un pozzo artesiano che portasse acqua nelle loro abitazioni. La sua generosità fu rivolta anche verso i potenti. Quando fu catturato il re Gioacchino Murat (un altro personaggio legato alla storia della nostra città, che prese il suo nome dal 1810 al 1815, per l’appunto Gioacchinopoli), Nunziante si recò a Pizzo Calabro, dove il cognato di Napoleone Bonaparte  (aveva sposato la sorella Carolina) era stato rinchiuso nel castello Aragonese, e lo trattò con il rispetto dovuto al suo rango. Lo riverì in prigione, si scusò per come lo avevano trattato, subito gli fece mandare medici ed abiti nuovi, servi che lo aiutassero, lo fece ristorare e trasferire in alcune camere con i suoi ufficiali. Poi lo invitò a tavola, conversò amabilmente con lui e, inoltre, si preoccupò di far pervenire alla moglie di Murat una sua lettera con dentro alcune ciocche di suoi capelli. 

Dopo la fucilazione di Gioacchino Murat, lo fece seppellire con tutti gli onori e la sua tomba fu ricoperta con marmo bianco. 
Non abbiamo voluto parlare in questo articolo delle sue vicende militari, per le quali si distinse in tante occasioni, né della sua fedeltà assoluta ai Borbone, perché abbiamo ritenuto che fosse più importante far conoscere la sua umanità e le sue attività imprenditoriali che sono l’aspetto meno conosciuto della sua vita. E vogliamo concludere  parlando della sua nascita e della sua famiglia. Vito Nicola Nunziante nacque il 12 aprile 1775 a Campagna, in provincia di Salerno. Infatti nei registri della cattedrale di questa città c’è il suo atto di nascita, scritto in latino, riportato nel quinto volume, foglio 132, numero 158, nel quale sono citati anche i suoi genitori, Pasquale Nunziante e Teresa Notari. Era il quarto di undici figli di una famiglia borghese proprietaria terriera.

Destinato dalla sua famiglia alla carriera ecclesiastica, a 6 anni andò in seminario. Il sorteggio per la leva militare cambiò, però, la sua vita ed in pochi anni raggiunse i gradi più alti dell’esercito borbonico, oltre ad essere nominato governatore delle Calabrie, ministro della Guerra e della Marina, e marchese. Sposò in prime nozze Faustina Onesti, dalla quale ebbe quattro figli, e in seconde Camilla Barresi, una siciliana di Lipari, che gli diede altri otto figli.  La sua vita è stata un esempio di fedeltà e coerenza (si rifiutò di abbandonare i Borbone e di passare al servizio di Murat quando questi divenne re di Napoli), di coraggio e di dedizione agli altri. Torre Annunziata sia orgogliosa di avere, tra i personaggi della sua storia, colui che ne ha scoperto e valorizzato le sue bellissime terme.