A cura della Redazione
«Nico era un musicista diverso da tutti noi altri. Proiettato in una dimensione avanti nel tempo di almeno dieci anni». Il ricordo artistico più profondo di Nicola Moretto arriva dalle parole autentiche e sincere di Ignazio Laiola a cui è spettato il compito di concludere il concerto «Nico vive». La serata, inserita nel cartellone della rassegna in corso al teatro Politeama di Torre Annunziata, ha rappresentato un evento artistico assolutamente originale ed irripetibile. La qualità, le virtù, lo spessore dei musicisti intervenuti hanno reso straordinariamente eccezionale la manifestazione. Merito inconfutabile di Pasquale De Angelis, il bassista che ha assunto la complessa funzione di direttore artistico, un compito molto articolato quando si è chiamati ad amalgamare sullo stesso palco tanti artisti. La moglie di Nico, Anna Piedipalumbo, presente con le figlie Daniela e Loretta, nell’aprire l’evento ha ricordato la personalità del marito, l’intensità con la quale viveva ogni attimo della sua esistenza e con quanta abnegazione si dedicasse al prossimo. Promotore culturale, musicista, compositore, scrittore, intellettuale, Nico Moretto orientava le sue energie prevalentemente verso lo sviluppo e la crescita del nostro territorio. Nel campo squisitamente musicale lui considerava suoi maestri Irio De Paula e Baden Powell, anche se un posto di rilievo spettava a nonna Ernesta, argentina di Buenos Aires, che ha condizionato tutta la sua vita di musicista. E proprio i suoi amici musicisti hanno voluto fortemente non mancare ad un appuntamento magico per stabilire con lui un contatto metafisico. Ci sono riusciti attraverso l’arte sublime della musica, instaurando un feeling con la platea letteralmente ipnotizzata da tanta, tantissima bontà artistica. Chi è rimasto a casa ha perso un’occasione rara e preziosa per accrescere il proprio bagaglio culturale. Questo non è il contesto adatto per individuare i perché dei vuoti in platea al Politeama, nonostante l’ingresso libero alla manifestazione. Possiamo solo testimoniare l’atmosfera quasi onirica creata dalle chitarre di Gennaro Venditto, dal violoncello di Catello Tucci, dalle voci di Valentina Stella e Rosanna Somma, dal basso di Pasquale De Angelis, dalla fisarmonica di Sasà Piedipalumbo, dalla batteria di Gianluca Mirra, dal sax di Marco Zurzolo, dalla chitarra di Antonio Onorato, dalle percussioni di Gianni Volpe, dal basso di Mauro Vanacore, dalla batteria di Daniele Nava, dalle tastiere di Raffaele Minale, dalla chitarra e voce di Ignazio Laiola. GIUSEPPE CHERVINO