A cura della Redazione
Il discreto aumento dei flussi turistici negli scavi di Pompei, in questi primi venti giorni di agosto ’13, dimostrano la forza d’attrazione che esercitano sull’immaginario collettivo. La città dell’impero romano (all’epoca porto commerciale del fiume Sarno in confluenza del mare) distrutta dalla forza eruttiva del Vesuvio nel 79 d.c. e riemersa dal sottosuolo millesettecento anni dopo, preservando pagine di storia e di cultura mantenute miracolosamente integre, esercita un richiamo irresistibile per masse crescenti di visitatori. Le viste a Pompei dal primo al 18 agosto sono aumentate a 182.635 visitatori rispetto ai 167.887 dell’anno prima. Se oltre a questo dato consideriamo, per lo stesso periodo, quello complessivo dei siti archeologici vesuviani: duecentocinquemila146 visitatori nei primi diciotto giorni di agosto a Pompei, Ercolano, Oplonti e Boscoreale contro i centottantaseimila432 dell’anno precedente, si arriva direttamente alla conclusione che il turismo archeologico vesuviano cresce autonomamente ogni anno che passa. Argomento che pone al centro delle politiche del territorio problematiche di ordine organizzativo, al fine di realizzare una rete di servizi e di offerte turistiche che puntino a migliorare la ricaduta economica per le famiglie che ritagliano il loro reddito da questa forma di attività. E’ un quadro di contesto, quello dell’accoglienza turistica a Pompei, che deve migliorare in tempo, cogliendo l’occasione del rilancio del sito che partirà nel corso del 2014, quando si concluderanno (si spera) i lavori di restauro e messa in sicurezza del parco archeologico che renderanno visitabili spazi attualmente vietati alle comitive di turisti. Il boom delle visite turistiche agli scavi di Pompei, a cui si accompagna quello complementare al cratere del Vesuvio, è legato al fenomeno del forte incremento delle crociere nel Mediterraneo che fanno tappa nel porto di Napoli. In questo ambito è cresciuto il flusso turistico di contesto diretto a Pompei ma nello stesso tempo esso è stato limitato nella durata della visita. Ne discende che si rende necessario diversificare l’offerta turistica al fine di convincere una quota di visitatori a soggiornare a Pompei per alcuni giorni, attratta dal contesto paesaggistico complessivo in cui si è inserita la città mariana con i suoi attrattori culturali e religiosi. MARIO CARDONE