A cura della Redazione
La singolarità di una scuola quale il Liceo Artistico “G. de Chirico” di Torre Annunziata trova una conferma in eventi come la mostra “L’Arte Docente-Le materie del senso”, con vernissage il 16 novembre alle 17.00. La mostra sarà poi aperta al pubblico fino al 30 novembre, dalle ore 9 alle ore 15. Le opere selezionate di diciotto docenti dell’Istituto offrono – come illustra la curatrice – “un percorso ricco e articolato, contrassegnato dalla pluralità di segni e mezzi espressivi, dalla varietà e complessità delle forme”. Docenti, quindi, insegnanti in arte del liceo Artistico, mediatori privilegiati del rapporto degli studenti con l’arte, ma qui in veste di artefici; sciamani del talento e dell’immaginazione dei loro allievi, ma qui nude epifanie del loro modo di organizzare – e nel contempo destrutturare – il mondo; icone impudicamente mostrate del loro sentire la vita. Singolare la dimensione dei docenti d’Arte! Non manca, non può mancare, il coraggio, l’orgoglio, la neutra vertigine dell’esibirsi, dell’esporsi all’oltraggio, ma anche alla consacrazione, della falsificabilità, del confronto nelle terre di confine al giudizio. Non a caso la mostra segue quella degli alunni, inserita nell’ambito del “Festival della cultura europea” ed inaugurata il 15 ottobre dal portavoce del ministro per gli Affari Europei, Massimo Persotti. Una serialità che si configura come una celebrazione della missione della Scuola d’Arte, dell’incessante ricorsività del tempo quando serve a scandire l’umana vicenda, il percorso consueto, ma sempre diverso, dell’allievo che si fa maestro; lo straniamento, seppure di un attimo, dell’uomo che ridiventa fanciullo. Una mostra che ha la sua collocazione, ovviamente, nello SPAZIO 011, vale a dire quello spazio espositivo, più propriamente “laboratorio delle mostre”, creato all’interno del Liceo, già divenuto, per le molteplici attività già ospitate, un punto di riferimento, oltre che luogo d’incontro e d’interattività per artisti, studenti, cittadini, operatori culturali della città, del territorio, della regione. Tutto a conferma di una originalità non cercata ma sentita, che non attiva sterili circuiti endogeni, velleitarie pretese di supponenti supremazie, aristocratici e settari isolamenti, ma che costituisce la naturale conseguenza della storia di un istituto che lega all’Arte non solo il suo indirizzo istituzionale quanto la sua più autentica vocazione.