A cura della Redazione
Non conoscevo Lucia Pinto e forse molti di voi non la conoscono. Lei è un’artista che merita assolutamente visibilità, non solo per il suo talento ma per aver ricreato in casa sua un pregevole “salotto culturale” collegabile a quelli squisitamente femminili dei secoli passati, attraversati da poeti, artisti ed intellettuali provenienti da luoghi e realtà diversi per confrontarsi, scambiarsi idee ed opinioni. Da lì partivano spesso quegli input decisivi che hanno poi cambiato la storia. Qui a Torre Annunziata non si parlava più di questo tipo di aggregazioni da molto tempo. Gli ultimi salotti letterari, se ricordo bene, sono stati quelli di casa Farro, Ricciardi, quello di Michele Prisco e di Mario Guaraldi. Ma sono passati almeno trent’anni e ritrovarsi in tanti, la sera del 23 ottobre (in piena festa patronale!) al centro di un evento culturale dal format stimolante, accogliente ma soprattutto così informale, è stata una vera e propria sorpresa. Poesia, musica e arte visiva si alternano e si intrecciano in un procedere vario e divertente sia per l’imprevedibilità dei temi, che spaziano nei linguaggi vari dell’arte tra il classico e il modernariato, sia per la varietà degli argomenti e degli interventi calibrati e coordinati dal maestro Domenico Virgili, musicista e direttore artistico della serata. E’ lui l’autore dell’installazione tridimensionale ai bordi della piscina intitolata “Gens Palepolis”, un percorso di arte integrato nell’ambiente in cui si colloca, quello vesuviano. Il fuoco, quindi, elemento vulcanico visto attraverso oggetti, media e forme espressive: i quadri di Lucia, la scultura dei ceri e un video che riproduce immagini e “suoni” del vulcano. Il percorso continua all’interno della casa, nel salotto appunto, dove si collocano artisti e “amici” di Lucia in un momento di socializzazione molto spontanea. L’incontro è guidato con garbo e maestria da Diana Battaggia, direttore editoriale della casa editrice LietoColle “Libriccini da collezione” che pubblica esclusivamente poesia ed accompagna i suoi poeti, in un’atmosfera amicale e rilassata, a questi incontri abbastanza esclusivi in cui si fa cultura conversando, dove ti viene voglia di dire la tua senza remore o timori, di “fare” qualcosa anche tu. Si tratta di un modo alternativo, in una società proiettata verso la cultura di massa, di proporre arte, anche la più blindata a tutti quelli che ne vogliono fruire. “Tempesta in arte” è la sintesi dei titoli delle due produzioni poetiche presentate nella prima parte della serata: - “Amare, null’altro” di Lucia Pinto, composizioni “vulcaniche” evocative di atmosfere mediterranee e partenopee. - “Una tempesta di parole” di Salvatore Contessini, composizioni ispirate alla lettura di altri autori del gruppo e prodotte in sinergia con essi. Il reading poetico si è realizzato attraverso l’incrocio di diversi mezzi espressivi che hanno supportato e movimentato la semplice lettura dei testi. I poeti recitano, suonano strumenti musicali, si producono in performance varie, si servono di altri canali di comunicazione per far passare nella maniera più diretta possibile i loro messaggi. Una poesia che accoglie altri linguaggi, visivi, olfattivi, tecnologici, decisa a riappropriarsi del ruolo primario che ha rivestito nella letteratura del secolo scorso. Abbiamo ascoltato Rita Pacilio eseguire la sua poesia-jazz fatta di versi scanditi musicalmente da vocalizzi, suoni ed onomatopee; la Della Porta sperimentare un originale e divertente plurilinguismo in equilibrio tra italiano, latino e dialetto napoletano; e ancora Flaminia Cruciani, Terry Olivi… E poi la “poemusica” dei maestri Mastropasqua (poesia e clarinetto) e Mastropirro (poesia e flauto), il canto “lirico-leggero” di Giada Cecco e quello del performer canto-chitarra Filippo Sica. Sperimentazioni ed emozioni che hanno impegnato in una sintesi magica tutti i nostri sensi ,non ultimo quello del gusto e dell’olfatto attraverso un buffet di cibi e vini tipici del territorio vesuviano, significativi all’interno del percorso-base della manifestazione. Alle pareti della stanza, a fare da scenografia, le opere di arte grafica di Lucia Pinto “Studi sull’albero”. Una sequenza di immagini fotografiche che riprendono le radici di un enorme albero palermitano. Lucia è andata più volte a fotografarlo, stregata dalla continua trasfigurazione di alcuni incredibili dettagli che diventano umani. Ed è questo che ha ispirato una delle sue poesie, forse la più suggestiva, dal titolo “Fatti albero, te ne prego”. Lei stessa l’ha letta, accompagnata da uno studio musicale di Domenico Virgili e da un video, in un momento di arte multimediale di forte impatto emozionale, in cui si compie una sinestesia di grande effetto. E’ stato davvero il momento clou della serata. Ci siamo salutati tra le note della “Ninna-Nanna” di Brahms interpretata in tedesco, con molta grazia, da Giada Cecco e tra le promesse e le speranze che tutto questo possa continuare. Lo chiede la parte migliore della città. FRANCA CECORA