A cura della Redazione
«Abbiamo tutti l’obbligo di sottoscrivere un impegno: contribuire ad evitare che l’enorme patrimonio artistico e culturale, che ci ha lasciato in eredità Peppe Viola, venga dissipato». E’ il messaggio più diretto e concreto scaturito dalla serata promossa ieri sera dallo Sport Club Oplonti in memoria dell’umorista scomparso lo scorso cinque luglio. Lo ha lanciato Espedito De Marino, compagno di viaggio di Peppe nel fortunato ed irripetibile sodalizio artistico con Roberto Murolo. Il Circolo presieduto da Franco Spera è riuscito nell’impresa di mettere in fila una serie di artisti che difficilmente potremo rivedere nuovamente sullo stesso palco in un unico evento. Tutti amici di Peppe. Tutti impegnati nel racconto dello straordinario rapporto che Viola riusciva ad intrattenere con loro e tutti, indistintamente, a sottolinearne la bontà, la disponibilità, la sensibilità soprattutto nel concedere l’utilizzo dei suoi scritti, dei suoi aforismi, delle sue freddure, delle sue proverbiali poesie. Introdotti e intervistati da un impeccabile Davide Frega, sono intervenuti Mario Maglione, Ignazio Laiola, Aldo Di Mauro, Carlo Missaglia, Gino Rivieccio, Lucia Cassini, Espedito De Marino, Tonino d’Ischia, Nello Buongiorno e Gerardo Pinto. Toccante, significativo e di considerevole spessore musicale il contributo di Tonino d’Ischia che ha cantato una canzone da lui musicata su versi molto intimi scritti da Peppe per la moglie. Per diversi presenti quel brano era un inedito, ma ha lasciato immediatamente una traccia indelebile di emozione. Peppe Viola sapeva come pochi giocare con la rima. Un’operazione che gli consentiva di soddisfare il suo incalzante interesse per l’avventura dell’uomo. Ha ragione Espedito De Marino: vanno bene le celebrazioni, ma non trasferiamo nell’oblio l’autentico patrimonio costituito dalla consistente produzione letteraria e teatrale ereditata dal “nostro” prestigioso giullare. E’ un discorso che la città di Torre Annunziata ha l’obbligo morale di affrontare anche nei confronti di tutti i suoi figli illustri scomparsi di recente come Mario Lettieri, Maria Orsini e Dino De Laurentiis. Cosa ne pensa la folta pattuglia di assessori che orbitano attorno al difficilmente coniugabile termine “cultura"?