A cura della Redazione
Peppe Viola non c’è più. Ci ha lasciati ieri sera al termine di una lunga malattia. Avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 18 novembre. Architetto, docente, marito, padre, autore teatrale, ma soprattutto “umorista”. Sì, proprio così “umorista”, perché lui non gradiva molto l’appellativo di “poeta”. Lo riteneva troppo riduttivo per il messaggio sociale che intendeva lanciare attraverso le sue opere in versi. Opere che hanno consentito a Peppe di varcare i confini regionali della notorietà soprattutto quando, a metà degli anni ’70, costituì il sodalizio artistico con una pietra miliare della canzone napoletana: Roberto Murolo. Molto folta anche la sua produzione letteraria e teatrale tra cui ricordiamo le commedie "Una famiglia quasi per bene" e "Saverio fa sul serio". L’ultimo suo libro, “Scusate se m´intrometto”, Peppe Viola lo presentò al Circolo Professionisti e Artisti di Torre Annunziata dove la città gli tributò un’autentica ovazione. Con Peppe Viola la famiglia di TorreSette perde un amico autentico che ha incoraggiato e creduto nel nostro progetto editoriale fin dal suo concepimento. La sua rubrica, “Petali di Viola”, contribuirà a rendere indelebile il suo ricordo. Peppe, ti vogliamo bene. Giuseppe Chervino, Massimo Corcione, Antonio Gagliardi, Salvatore Cardone e le redazioni di TorreSette e TorreSette.it. Nel luglio 2001 a Peppe Viola fu assegnato il “Premio Oplonti di Corallo”, riconoscimento alle eccellenze del nostro territorio nei campi dello spettacolo e del giornalismo, promosso per nove edizioni consecutive dallo Sport Club Oplonti, dall’associazione dei giornalisti torresi “Leonardo Sfera” e dal periodico “La Voce della Provincia”. La città, anche se con un po’ di ritardo, si ricordò della genialità di un suo figlio e gli conferì il legittimo tributo. Ecco la motivazione che accompagnò la consegna del cammeo, raffigurante il guerriero di Oplonti, scritta da un altro “grande” torrese, Mario Lettieri. «La sua è una satira cordiale, dove l’innesto caustico e improvviso di una qualche espressione dialettale distrugge la pletora dei luoghi comuni. In ultima analisi, è una sorta di Marziale nostrano, in cui sarebbe bene ciascuno di noi ritrovasse anche un po’ se stesso». Peppe Viola aveva tanti amici. Si faceva voler bene per la sua unica, inimitabile filosofia di vita che riusciva a tradurre mirabilmente in versi. Bernardo Mercolino era uno dei tantissimi amici e fans di Peppe ed ha voluto ricordarlo così. Al mio amico Peppino Appiccia sta’ cannela ‘ncopp’a mia Ca si se stuta ce fa luce a toja. Peppì, ma ‘a vide ch’è na candelina Ca nun fa luce si sta’ ‘nzieme a toja Aggie pazienza, caro Bernardino Quanno ‘a cannela mia se fa’ lumino ‘o vvide quanta luce che farraje Quanno se stuta ‘a gente vede a tte E s’arricorda ‘e me, tu m’assumiglie Sì seriamente comico e pungente E quanno scrivi n’annascunni niente. E chi tene ‘o coraggio ‘e sti parole? Ma nuje ce divertimmo a caccià fore Chello ch’annascunnimmo dint’o core! Bernardo Mercolino