A cura della Redazione
Si è svolta sabato 6 marzo, presso il bar Nonsolocaffè di Torre Annunziata, la “Cena alla maniera degli antichi Romani” organizzata dall’Archeoclub di Torre Annunziata “Mario Prosperi”. La serata, dall’accattivante titolo di sapore catulliano, “Cenabis bene apud nos….ab ovo usque ad mala”, è stata alquanto piacevole ed interessante. La cena è stata preceduta da una chiacchierata condotta dalla prof.ssa Raffaella Federico sia sulle ricette proposte sia sulle abitudini alimentari degli antichi Romani e sull’instrumentum domesticum usato per cucinare e apparecchiare la tavola. Dal cacca bus (pentola, “caccaviello”) alla sartago (padella), dalle anfore vinarie a quelle per il garum, dal cratere in cui si miscelava acqua e vino ai pocula (bicchieri), dalle posate (usavano solo il cucchiaio per la minestra e il coltello, ma in cucina, per tagliare la carne ), al tovagliolo per asciugarsi le dita, la prof.ssa Federico ha compiuto un interessante excursus tra cibi e oggetti, prodotti della terra, carni e spezie, facendoci curiosare attentamente nelle cucine e nei triclini dell’antichità. Subito dopo si è dato inizio alla cena con la gustatio (antipasto) a base di uova sode con garum, focaccine con ricotta, caciotta con miele e crostini con formaggi vari alle erbe. Per le primae mensae (che comprendevano ciò che per noi sono i primi e i secondi piatti) i soci dell’Archeoclub oplontino hanno scelto tra le ricette proposte da Apicio e Columella (autori rispettivamente del “De re coquinaria” e del “De re rustica”) la zuppa di farro e ceci, il pasticcio di lasagna (a base di carne,pollo,prosciutto, garum ,prezzemolo e aromi vari), le polpette alla Apicio, i bocconcini di coniglio al ginepro e le scarole con pinoli e olive. Per le secundae mensae la scelta si è fermata sulla cassata di Oplonti (immortalata in un affresco della villa di Poppea) e su crostoli e globi,dolci simili alle nostre chiacchiere e castagnole, fritti e cosparsi di ottimo miele. Gli ospiti hanno gradito davvero tutto, ab ovo usque ad mala, e lo hanno dimostrato con un sentito applauso al cuoco, Pasquale Di Francesco. Non è mancata un po’ di musica per allietare la serata, anch’essa “rigorosamente” romana. Al termine i soci dell’Archeoclub hanno offerto agli ospiti poster, cartoline e segnalibri riproducenti affreschi e sculture degli scavi di Oplonti, piccole guide per conoscere la città e i dintorni e un ricettario “romano” per far meglio apprezzare le ricette di Apicio,soprattutto a chi ha espresso il desiderio di cimentarsi nella loro realizzazione. FRANCO FLORIO