A cura della Redazione
“Per la libertà - sorvegliati dall’OVRA a Torre Annunziata”, è il titolo dell’ultimo libro di Angelo Abenante (nella foto). L’autore ripercorre, con una ricostruzione documentata, un periodo che ha segnato in modo indelebile la storia italiana del XX secolo. La presentazione della nuova fatica letteraria, organizzata dal periodico “La Voce della Provincia” nella sede del Circolo Professionisti e Artisti, ha indirizzato il pensiero verso una riflessione circa il senso della memoria storica e la necessità di una formazione politica genuina. Nel dibattito, moderato da Lello Ricciardi, sono intervenuti il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, Enrica Morlicchio e Francesco La Saponara. Il libro, edito da “Libreria Dante & Descartes”, colpisce per il rigore della ricerca di documenti e testimonianze che accompagnano la descrizione della situazione torrese degli anni tragici del Ventennio, soffermandosi sulle personalità che hanno combattuto, sostenute da ideali di libertà, l’oppressione fascista. Abenante non dimentica le sue radici e l’attività politica che ha segnato la sua vita: sindacalista della CGIL, segretario della Camera del Lavoro di Torre Annunziata e Napoli, amministratore comunale, consigliere provinciale, deputato, senatore, protagonista delle lotte operaie degli anni ‘60-‘70, un politico di una formazione ormai dimenticata. Ed è proprio l’instancabile necessità del fare a motivare in profondità il libro. Angelo Abenante, che si definisce con schiettezza “apolide politico”, riscopre nella scrittura un modo di quel fare, un modo per contribuire a ridestare quel bisogno di autocritica e di rispetto per l’altro, un modo per dare una speranza alle giovani generazioni, non dimenticando, ma ricordando la forza degli ideali che muovevano i torresi di un tempo, intrappolati in una società dove la parola libertà traeva la sua forza solo dall’impatto del fare autentico, di un’opposizione necessaria per la dignità umana. Più dei vari interventi dei relatori, l’attenzione è stata catturata da un breve racconto di una persona del pubblico presente alla serata. Questi, infatti, è riuscito a riassumere e a giustificare le umili ma forti origini di Abenante: suo padre cedette il proprio posto da falegname ad un collega, poiché quest’ultimo, avendo otto figli, aveva necessità di lavorare. Unico neo della manifestazione di presentazione può essere rintracciato nell’assenza dei veri destinatari di un libro che fa della memoria il luogo dove trovare le forze per saper guardare con occhio cosciente la situazione attuale: i rappresentanti dell’amata gioventù. Se non sapremo coinvolgerli attivamente sul piano politico e culturale, non avremo la possibilità d’incontrare persone con una degna formazione, base fondamentale per coltivare quei valori che ora non sono altro che voci di un dizionario. ANDREA MANZO dal numero 5 di TorreSette del 5 febbraio 2010