A cura della Redazione
Prima di essere la primogenita del grande Dino e dell’indimenticata Silvana Mangano, Veronica De Laurentiis è innanzitutto Veronica De Laurentiis. Attrice, scrittrice, disegnatrice di moda, vive a Los Angeles da decenni come papà. Ospite lo scorso 24 luglio della città vesuviana che a cotanto padre ha dato i natali (l’8 agosto prossimo Dino De Laurentiis compirà 90 anni), nella rilassante cornice di uno dei lidi storici della città, l’Eldorado, Veronica è stata protagonista di un incontro particolarmente frizzante e coinvolgente per il numeroso pubblico presente. Oggetto dell’incontro, ispirato e coordinato dal ‘vulcanico’ (ai piedi del Vesuvio, è il caso di dirlo) assessore alla Cultura di Torre Annunziata, Maria Elefante, e realizzato in collaborazione con l’Associazione Veronica De Laurentiis - Centro Silvana Mangano (che si occupa della difesa di donne vittime di violenza: durante la serata si è parlato anche della possibile istituzione di una sua succursale a Torre Annunziata), è la presentazione dell’ultimo libro della De Laurentiis, Riprenditi la tua vita. Le otto chiavi di Veronica (Aliberti Editore), nel quale l’autrice (coadiuvata da Anne M. Strick) elabora e propone un personale percorso di autoterapia, articolato appunto in otto chiavi, teso al superamento delle difficoltà esistenziali e al ritrovamento della fiducia in sé stessi e della propria autenticità. Il volume prosegue in qualche modo (e in un certo senso supera) l’esperienza di autoanalisi iniziata da Veronica nel suo precedente lavoro, Rivoglio la mia vita, edito nel 2006, nel quale l’autrice ripercorreva (ed esorcizzava, alla fine di un lungo e travagliato percorso di ritrovamento dell’equilibrio esistenziale), la propria triste vicenda affettivo-familiare: vittima di violenza nell’adolescenza prima, vessata poi da un marito tirannico che abusava, oltre che di lei, anche delle figlie. La vicenda è ben nota e l’uscita della biografia destò scalpore a livello internazionale, suscitando anche il malumore di papà Dino, che avrebbe preferito che ‘i panni sporchi si lavassero in famiglia’. Veronica, invece – e lo ribadisce durante l’incontro – è convinta che i detti ‘panni’ vadano lavati ‘in piazza’, per poter svolgere una funzione catartica nei confronti (in questo caso) di donne che magari vivono uno stesso orrore familiare e non hanno il coraggio di denunciarlo. Questo coraggio, invece, Veronica l’ha avuto ed è riuscita (anche con l’aiuto della sorella Francesca, psicoterapeuta) a ricominciare una nuova vita, ricreandosi una famiglia e dei nuovi affetti, ritrovando la voglia di seguire le proprie attitudini e passioni. Tra queste, in primis, la recitazione. Con chi scrive, Veronica parla con trasporto della sua ‘vita nova’ recitativa, ricominciata all’incirca verso il 2000 (con piccole parti in alcuni film americani, purtroppo inediti in Italia: “non esistono piccoli ruoli, ma solo piccoli attori” – ribadisce l’attrice), dopo essersi bruscamente interrotta – soprattutto per volere di mamma Silvana, desiderosa di proteggere la figlia dalle insidie dello show business – con la precoce esperienza di Waterloo – kolossal napoleonico prodotto da Dino e diretto da Sergej Bondarčuk nel 1970 - dove, appena diciottenne, Veronica recitava al fianco di due autentici colossi del cinema mondiale come Rod Steiger e Orson Welles. Mentre del secondo conserva pochi ricordi (i due non avevano scene in comune), del primo l’attrice custodisce il piacevole ricordo di una persona affabile e rassicurante, complice e benevola, che cercava di infondere sicurezza ad una ragazzina cui, evidentemente, tremavano le gambe a calcare un set popolato di star sotto i vigili e severi occhi paterni. Ora, il nuovo percorso attoriale di Veronica prende nuovo slancio proprio in Italia: nel belpaese l’attrice (che racconta di essersi rimessa seriamente a studiare recitazione, superando anche il disagio di dover seguire corsi popolati da giovani aspiranti attori), durante il tour di presentazione del primo libro, ha trovato un agente e presto la vedremo protagonista del lungometraggio d’esordio (di fiction) del promettente regista napoletano Lucio Fiorentino, Pandemia , “una storia della fine del mondo”, attualmente in preselezione per la prossima Mostra di Venezia, dove l’attrice interpreta il ruolo di Sara, una moglie frustrata ed insoddisfatta, all’interno di uno scenario quasi fantascientifico, allucinato ed apocalittico. La serata oplontina si è invece conclusa con consegna all’attrice di un quadro raffigurante una riproduzione di una veduta storica di Torre Annunziata (realizzato dalla Pro Loco di Torre Annunziata), oltre ad una fornitura, di vari tipi e formati, di pasta della ditta Setaro, il cui stabilimento, in via Mazzini, sorge proprio dove un tempo c’era la casa in cui venne al mondo Dino De Laurentiis, di cui ora in città si sogna l’arrivo il prossimo 8 agosto, per poter festeggiare in casa i novant’anni del più famoso oplontino del mondo. SALVATORE IORIO FOTO GALLERY