A cura della Redazione
Proseguono con successo i seminari leopardiani, ideati e fortemente voluti dalla docente universitaria Maria Elefante. Il terzo incontro, intitolato: “Inedite verità sul destino delle spoglie mortali di un Poeta Immortale”, ha avuto come relatore un ospite d’eccezione, il professore Nicola Ruggiero. La conferenza si è svolta nell’aula magna dell’istituto d’arte di Torre Annunziata, Giorgio de Chirico, che sempre più si sta ponendo sul territorio come polo di riferimento per molteplici attività artistiche e culturali cittadine. I seimila e passa volumi sul poeta dei Canti, raccolti in una vita di ricerca e passione, fanno di Nicola Ruggiero e della sua collezione, oggetto di invidia da parte di una delle massime istituzioni leopardiane: la Biblioteca di Recanati, che non può vantare una raccolta altrettanto cospicua. Ruggiero ha, inoltre, raccolto numerosi cimeli tra cui spiccano la maschera funebre di gesso, eseguita poche ore dopo la morte di Leopardi il 14 giugno 1837, numerose lettere, i resti del cartoccio di confetti cannellini di Sulmona che gli sarebbero stati fatali, nonché una poesia autografa di un Leopardi ancora ragazzo, acquistata ad un’asta londinese di Christie’s per svariate migliaia di euro. Proprio da quel mortifero cartoccio di confetti si dipana la storia raccontata da Ruggiero che, una volta per tutte, chiarisce il mistero sulle spoglie del poeta recanatese. Il Ranieri infatti, benché ammettendo il contrario, non riuscì a salvarlo dalla fosse comune, cui erano destinati obbligatoriamente e senza alcuna possibilità di deroghe, tutti coloro che morivano durante la violenta epidemia di colera, che proprio in quegli anni affliggeva Napoli. Fu così inscenata una farsa e preparato un cenotafio per simulare l’avvenuta sepoltura di Leopardi. Un gesto, quello di Ranieri che se analizzato in maniera cinica, mette in risalto il tornaconto personale che egli avrebbe ricevuto, come avvenne, in termini di fama e prestigio, salvaguardando in maniera fittizia i resti mortali dell’amico. Non suona quindi neanche strano che, finché rimase in vita, il Ranieri esercitò tutta la sua autorevolezza, per impedire qualsiasi ricognizione ai presunti resti mortali di Leopardi che risultavano inumati nella chiesa di S. Vitale a Pozzuoli. Ma oltre il disvelamento del mistero sulla sepoltura del recanatese, ha colpito l’uditorio anche il modo particolare con cui l’oratore ha narrato le vicende, trasmettendo con la sua indiscussa simpatia umana, un amore contagioso per Leopardi. Sentimento, ulteriormente alimentato dalle esibizioni dell’attore professionista Rodolfo Medina e di due alunni dell’istituto, Sara Esposito ed Angelo Pepe, che hanno letto e interpretato alcune delle opere più belle del sommo poeta, concludendo così in maniera toccante e partecipata l’incontro. Dopo Carosella, Urraro e Ruggiero, toccherà alla professoressa Lorenza Rocco indagare su un nuovo aspetto della figura leopardiana. Il quarto seminario, da non perdere, sul tema “Leopardi e la gioventù”, si terrà il 26 maggio presso l’ISIS Pitagora di via Tagliamonte alle ore 17. EMANUELE SOFFITTO (da TorreSette)