A cura della Redazione
Torre e i suoi gioielli “Torre Annunziata e i suoi gioielli”. E’ il nome del concorso conclusosi al Circolo Professionisti e Artisti promosso dall’Archeoclub d’Italia, un’associazione fondata dal professore Mario Prosperi nel 1974 e che si prefigge di promuovere il valore inestimabile dei reperti archeologici della nostra città. “Questa prima edizione del premio - afferma la presidente dell’Archeoclub Mirella Azzurro - è dedicata a Mario. E’ un concorso rivolto agli studenti della città per divulgare l’importanza della storia culturale e artistica di Torre Annunziata. Un progetto a cui il fondatore dell’Archeoclub ha dedicato tutta la sua vita. La sua era una vocazione, amava la sua città e cercava di scoprirne i piaceri facendone partecipe i suoi concittadini. Si vedano le diverse mostre come quella degli “Ori di Napoli” - continua Azzurro - in cui Mario mostrò i gioielli posseduti e quelle bellezze archeologiche del paese, o le diverse visite guidate da lui e lui soltanto. Il suo, e ora anche il nostro progetto - sostiene la presidente - è il voler guardare diversamente la città, riappropriandoci delle nostre radici, sentire nostro il patrimonio e custodirlo”. Ad inizio serata viene proiettato un filmato realizzato dai figli di Prosperi, Renata e Umberto, presenti in sala, video che ha accentuato la commozione e che ritrae i momenti e le iniziative più significative di questo uomo che esprimeva la sua creatività attraverso oggetti quali orecchini, anelli, collane, manufatti artigianali, bracciali, dipinti e diverse pubblicazioni su “Oplonti”. “L’Archeoclub - dice Mirella Azzurro - vuole essere un acquarium dei tesori di Torre Annunziata, ed è per questo che abbiamo promosso questo concorso assegnando un premio ai primi classificati, un’opera di cristallo con l’inciso di un pavone che è il simbolo del concorso creato da Rodolfo Babuscio”. Difatti la competizione si articola in tre diverse categorie: storico-letteraria, con la composizione di poesie e racconti; fotografica-pittorica, ritraendo particolari del nostro patrimonio; oggettistica, creazione di oggetti intesi come gioielli cittadini. I lavori sono stati valutati da una giuria composta dai docenti di arte Francesco Fiordoro e Natale Manzo, dall’archeologa Luisa Esposito, dal giornalista Federico Orsini, dal grafico professor Alfonso Morante e dalla docente universitaria Maria Elefante. Nella prima sezione storico-letteraria si è classificata terza la “Ricerca su Torre Annunziata”, di Anna Debora Ascione. Secondo classificato lo studio dal titolo “Il mare, gemma preziosa di Oplonti”, ad opera di tre studenti del liceo Pitagora, in cui risaltano il valore del mare, una ricchezza che il popolo torrese avrà per sempre. La vincitrice del concorso della sezione storico-letteraria è stata Anna Nappi con la poesia “Sabbia, gemma della mia terra”. Per quanto concerne la seconda categoria, quella fotografica-pittorica, il terzo e secondo classificato sono andati a Rosaria Cirillo con “il pavone di Oplonti” e Carmen Rammare con “Il porto di Torre”. La prima classificata, invece, è stata Giovanna Curcio dell’Isis Pitagora con l’opera “Avvolti nel blu di una notte stellata”, un disegno che, grazie all’uso di colori forti, riesce a creare una luce morbida che evidenzia la vicinanza del passato. Il premio Mario Prosperi per la sezione oggettistica è stato vinto dai ragazzi dell’istituto d’arte “Giorgio de Chirico” Sorrentino, Izzo, Casciello, Sannino, che hanno costruito un plastico della villa di Poppea. Tutti i lavori sono stati meritevoli; opere create con bravura, tecnica e, soprattutto, con cuore innamorato della propria città. “Questa è un’iniziativa importante - asserisce il primo cittadino, Giosuè Starita, presente alla manifestazione - bisogna valorizzare il territorio spingendo i torresi verso una comunità democratica e solidale. Dobbiamo anche stimolare e proteggere il turismo - assicura il sindaco -; infatti ben presto verranno allestite aree sorvegliate presso gli scavi di Oplonti. Partiamo dalle radici per arrivare a un futuro migliore”. Fortunatamente ci sono ancora persone che cercano di portare alla luce valori ormai dimenticati, sotterrati, come il resto della bellezza oplontina inesplorata. ENZA PERNA