A cura della Redazione
“Storie e controstorie tra il Serio e il Faceto”. E’ lo spettacolo messo in scena dai ragazzi del gruppo teatro-scuola dell’istituto Alfieri-Manzoni che si sono esibiti, giovedì 5 giugno, sul palco del cinema Politeama di Torre Annunziata. “Questa rappresentazione - ha affermato il dirigente scolastico, Biagio Peluso - è il risultato di un lungo lavoro didattico ispirato ai principi della legalità, un progetto che mira all’educazione ambientale e civile della propria città”. Ad inizio serata sono stati premiati i sei studenti creatori del logo dell’istituto: una donna che con un lungo velo forma la sagoma del Vesuvio, indica il mare, le barche, le rondini e la sabbia nera, tipica di Torre Annunziata. Ed è proprio la donna il tema centrale della loro performance, una figura studiata dalle origini fino ai giorni nostri, esaltata e valorizzata dai ragazzi. “La donna - dice la professoressa Carla Raiola, coordinatrice dell’evento - ricopre un ruolo importante all’interno della società, e, rispetto agli anni passati, sta acquisendo sempre più valore, dato anche dalle figure professionali che esse ricoprono”. I piccoli attori con grande disinvoltura e bravura ripercorrono tutta la storia delle donne, da Adamo ed Eva, al grande Ulisse, che, come la mitologia racconta, durante il suo viaggio verso Itaca, viene sedotto da molte donne, dalla ninfa Circe fino ad arrivare a Penelope, sua sposa. Gli alunni, non solo sono stati attenti a ben rappresentare ciò che le storie narravano, ma hanno anche dato una loro visione, una propria interpretazione, spesso ironica. In scena sono andate le donne che hanno ispirato i grandi poeti, come Beatrice, musa di Dante per la Divina Commedia, le ballerine che con la bellezza e la seduzione riescono a ingannare e a sminuire l’uomo. “La femmina è bella, brutta, curiosa - dicono i ragazzi - è civetta, sfacciata, frivola, dolce, angelica, potente; una vita senza donne è come una barca senza timoni”. Attributi che evidenziano la volontà di valorizzare il sesso femminile e non a caso creano una “città delle donne” di felliniana memoria, dove anche le figure professionali tipicamente maschili per la cultura nostrana, come l’operaio, vengono esercitate dal gentil sesso. Donne che contente di annullare gli uomini, si vendicano di quei grulli che per anni hanno esercitato potere su di loro. Ad un certo punto della rappresentazione arrivano sulla terra gli “alieni” che rimproverano gli umani dell’ostilità tra i differenti sessi e suggeriscono un mondo di pari opportunità retto da comprensione e condivisione e non una guerra o un femminismo esasperato. Lo spettacolo finisce con un filmato in cui sono trasmesse le immagini di donne come Silvana Fucito, Wagari Maathai, Rigobertha Menchu, Shari Ebadi, che lottano per la libertà e s’impongono “come custodi della vita e del futuro”. “Se aiutiamo i nostri figli a essere ciò che dovrebbero essere oggi, avranno il coraggio di vivere la vita non per i grandi piaceri ma per le piccole cose che sa dare l’amore”. Alla nuova generazione viene divulgato questo messaggio di Madre Teresa di Calcutta, una donna che più di tutti ha sempre combattuto per la pace e l’uguaglianza tra gli uomini. ENZA PERNA