A cura della Redazione
“Una metafora per descrivere la vita di un disabile potrebbe essere proprio il nuoto di fondo, che consiste nel raggiungere il traguardo grazie al sacrificio, alla perseveranza, alla “capa tosta”, come si dice da noi; arrivare alla sera distrutto, ma soddisfatto e felice di avercela fatta, da solo.” Sorride…sorride a tutti Salvatore Cimmino, mentre parla dei disagi e dell’emarginazione che riguardano circa 5 milioni di persone nel nostro paese. Alle prese con barriere architettoniche, ma anche emotive e culturali. La società e lo stato sono spesso ciechi di fronte alle loro esigenze (nonché alle potenzialità che ogni individuo racchiude in sé), negando di fatto il diritto ad un’ esistenza piena e libera. Difficoltà negli spostamenti, nella ricerca di un lavoro, nel sostenere le spese per cure e riabilitazioni, o semplicemente la sensazione silenziosa e onnipresente di essere considerati “diversi”. Non è facile essere disabili in un mondo che venera la velocità, la produttività e la falsa bellezza. Ma a volte la frustrazione diventa speranza, e la rabbia diventa sfida: così Salvatore, nuotatore torrese diversamente abile in seguito all’amputazione di un arto, già noto per aver affrontato nel 2006 la traversata Capri-Sorrento, inizia, nel maggio di quest’anno, il “Giro d’Italia a nuoto per un mondo senza barriere”, terminato il 23 settembre a Fano, nelle Marche. Dieci tappe lungo le coste italiane per richiamare l’attenzione di istituzioni e cittadini e portare ovunque le istanze dei disabili. Una su tutte: l’aggiornamento del Nomenclatore tariffario, il documento che elenca gli ausili e i presidi tecnologici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale, fermo purtroppo al 1992. In tutti questi anni la tecnologia ha fatto enormi progressi in questo settore, con la creazione di protesi che permettono ai disabili qualsiasi attività, inclusa la possibilità di praticare sport (e lo abbiamo visto tutti con l’impresa di Oscar Pistorius, che con le sue “gambe” di carbonio ha battuto atleti normodotati lo scorso luglio al Golden Gala di Roma). La Scienza va avanti, ma lo Stato (italiano) fatica a seguirla, e indietro restano tutti quei disabili che non possono permettersi l’acquisto di dispositivi più moderni. È necessario dunque un cambiamento, e Salvatore si fa portavoce anche di coloro che non hanno la sua energia: “Solo chi ha grande caparbietà e voglia di vivere riesce a stare in contatto con la società. Non tutti ce la fanno ed è qui che deve intervenire lo Stato, affinché nessuno si senta abbandonato.” Appunto, lo Stato. Se non sono mancate attestazioni di stima e solidarietà da parte delle autorità incontrate nelle regioni attraversate dal suo speciale tour, resta da vedere ora cosa succederà nella pratica. Insomma, una stretta di mano e una pacca sulla spalla non costano nulla… Nel suo comune d’origine Salvatore dovrà accontentarsi per il momento di una targa conferitagli lo scorso 28 settembre dal sindaco Giosuè Starita e dall’assessore allo sport Mario Iovane, presso l’associazione oplontina Franca di Leva, al suo fianco con affetto e partecipazione convinta già dai tempi della Capri-Sorrento. Il primo cittadino ammette che “sotto questo punto di vista Torre Annunziata vive una situazione di disagio eccezionale” (e se lo dice lui…), ma assicura che “una serie di incontri con i rappresentanti dei disabili torresi ha evidenziato una grande capacità di comprensione reciproca e portato alla creazione di una piattaforma di intenti. Sono in programma iniziative per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle strutture pubbliche e l’imposizione di vincoli anche per le attività private. Nel frattempo lavoriamo insieme con l’ASL per l’assistenza ai disabili e cerchiamo di favorire l’aggregazione e l’integrazione grazie ai nostri centri sociali.” In attesa del passaggio dalle parole ai fatti, Salvatore, che non crede ai miracoli (e neanche noi), sa che la strada che porta al pieno riconoscimento dei diritti dei disabili è lunga e difficile, ma è fiducioso nell’avvenire. “Le battaglie non si vincono in poco tempo, noi abbiamo solo dato l’avvio. Esco dal giro d’Italia arricchito dalla vicinanza delle persone, anche se le istituzioni latitano. Ora sono più forte e se ieri ero da solo oggi ho decine di migliaia di persone che mi accompagneranno nel Giro d’Europa (il prossimo progetto che ha in mente, n.d.r.) ”. Quest’uomo tutto sorrisi e forza, con il suo ottimismo e il suo entusiasmo, oltre a rappresentare un pezzetto della nostra coscienza che vuole essere ascoltata, può essere d’ispirazione per tutti noi. Perché ogni cosa nella vita “è come nel nuoto di fondo”. Non importa quanto sia lontana la riva o quanto le tue braccia siano stanche. Continua a nuotare senza voltarti mai indietro.
FORTUNA BALZANO