A cura della Redazione

Si trovava in Venezuela, il 27 aprile scorso, quando era scattata l’operazione “Positano 2014” eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli della Guardia di Finanza e che ha portato all’arresto di 29 persone, smantellando di fatto quella che, al momento, costitutiva sicuramente la più pericolosa organizzazione di narcotrafficanti operante in Campania, gestita dal clan dei “Tamarisco” di Torre Annunziata.

A fronte delle schiaccianti accuse formulate a suo carico dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, pronte per essere trasfuse in un mandato di cattura internazionale, Claudio Scuotto, 41 anni,  ha deciso di rientrare subito in Italia per consegnarsi spontaneamente nelle mani degli inquirenti.

La scorsa domenica sera, al suo arrivo presso l’aeroporto di Capodichino proveniente da Caracas, lo attendevano i finanzieri del GICO i quali, dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare alla presenza del suo legale di fiducia, hanno associato l'uomo alla Casa Circondariale di Secondigliano, mettendolo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Secondo quanto emerso dalle indagini svolte dalla Sezione Antidroga delle Fiamme Gialle, Scuotto, unitamente al cugino Davide - anch’egli arrestato nel corso della medesima operazione - costituiva una figura apicale all’interno dell’organizzazione guidata da Bernardo Tamarisco e dal cognato Vincenzo Langiano, per i quali fungeva da longa manus nella realizzazione di ingenti importazioni di cocaina dall’Ecuador.

La perfetta conoscenza dei luoghi e la pregressa esperienza criminale maturata nel settore gli consentivano, infatti, di muoversi con estrema disinvoltura negli ambienti del narcotraffico sudamericano, riuscendo così a intavolare importanti trattative per l’acquisto di ingenti partite di cocaina con i cartelli fornitori, anche grazie alla preziosa opera di intermediazione del broker Salvatore Iavarone.

Vero e proprio “figlio d’arte” (il padre, Giuseppe Scuotto, era stato ucciso nel 2000 in corso Novara a Napoli nell’ambito di una guerra intestina al clan Contini, di cui era uno dei più fidati luogotenenti, quale “capozona” del quartiere Vasto a Napoli), da circa un anno Claudio Scuotto si era allontanato dall’Italia, facendo perdere le proprie tracce. 

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