A cura della Redazione
M. L., il quarantacinquenne invalido e disoccupato con seri problemi familiari (ha moglie e due figli) che ha accoltellato l´ex sindaco Claudio D´Alessio nel centro di Pompei, attende presso il carcere di Poggioreale l’emissione del decreto di convalida del fermo dal magistrato di Torre Annunziata, preliminare alla celebrazione per direttissima del processo penale nei suoi confronti. E’ probabile che gli vengano concessi gli arresti domiciliari, dal momento che è persona senza precedenti penali. Inoltre la ferita che ha procurato all’ex sindaco di Pompei è risultata guaribile in pochi giorni, mentre a suo "favore" giocano attenuanti generiche collegate al probabile stato di confusione mentale che lo avrebbe spinto ad un gesto estremo nel culmine dell’esasperazione di una storia esistenziale che si presentava senza altre vie d’uscita. Dal canto suo, l’avvocato D’Alessio, che ieri sera, dopo il primo ricovero presso la Clinica Maria Rosaria di Pompei, dove gli è stata suturata la ferita da arma da taglio all’addome, era stato trasferito, per la notte ed in forma precauzionale, all´ospedale Cardarelli di Napoli, è rientrato oggi stesso a Pompei. Trascorrerà un’altra giornata presso la Clinica Maria Rosaria. Domani mattina tornerà a casa. Ora rimarrà il brutto ricordo dell’accaduto, mitigato dalla grande dimostrazione d’amicizia che gli è pervenuta, non solo dalla politica (il sindaco Uliano ha emesso un comunicato di solidarietà) ma principalmente dalla società civile che in primis ha privilegiato rapporti di umana solidarietà. La considerazione finale è che, come spesso succede in politica (da Cesare in poi), il ferimento inaspettato arriva sempre dalla mano amica, il più delle volte la causa deriva da favori promessi che non sarebbero stati mantenuti. Da quello che si dice negli ambienti pompeiani bene informati, l´aggressore dell’ex sindaco di Pompei aveva una frequentazione familiare con D´Alessio frutto di un rapporto che risalerebbe all’infanzia. Probabilmente gli sarà stato promesso più di quanto si poteva mantenere. Oppure, che vale allo stesso modo, è stato lui ad illudersi più del necessario. Probabilmente M. L. ha affidato la soluzione dei suoi problemi ai favori che avrebbero dovuto arrivargli dall’amico politico. Fatto sta è che la sua delusione si è immediatamente trasformata in esasperazione. La conseguenza è stata un gesto impensabile per chi lo conosce bene. La convinzione di molti è che se non fosse stato provvidamente bloccato avrebbe finito per rovinarsi con le sue stesse mani. Ora il giudice dovrà sentenziare quanto dovrà scontare per il grave errore commesso che, a quanto pare, fortunatamente, non ha arrecato danno irreparabile alla sua popolare vittima. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2