A cura della Redazione
Trentesimo, triste e drammatico, anniversario della strage di Sant´Alessandro a Torre Annunziata. Il 26 agosto 1984 la città oplontina fu scossa da una delle notizie più brutte della sua storia: una vera e propria mattanza consumata dalla camorra, dilaniata da una lotta intestina per la gestione dei più svariati traffici ed attività economiche illegali, che ha scritto le pagine più nere dalla cronaca nera nazionale. Un commando di sicari, a bordo di un autobus turistico, giunse nei pressi dell´allora Circolo dei pescatori (ora divenuto bar), in via Castello, nei pressi della chiesa di San Francesco di Paola in via Roma. Lì era concentrata la roccaforte dei "Valentini", gli esponenti del clan guidato dal boss Valentino Gionta. I killer scesero dal veicolo ed iniziarono a sparare alla cieca, uccidendo otto persone e ferendone sette. Una vera e propria vendetta consumata dalle famiglie Bardellino, Alfieri e Fabbrocino, ai danni del boss Valentino Gionta, L´obiettivo della spedizione camorristica, che però riuscì a salvarsi, e del suo clan, reo di aver conquistato troppo potere. Della tragica vicenda scrisse anche Giancarlo Siani sulle colonne de Il Mattino. Poche righe che, di fatto, decretarono la sua condanna a morte. Il giovane giornalista venne ucciso il 23 settembre 1985. Chi ha visto il film di Marco Risi, "Fortapàsc", ricorderà la drammatica sequenza di quegli attimi. Persone che cercavano di sfuggire ai killer correndo all´impazzata, decine e decine di proiettili vaganti che colpivano chiunque si trovasse sulla loro traiettoria. Un´immagine che fa raggelare, ancora oggi, a distanza di così tanti anni, il sangue.