A cura della Redazione
Erano in duemila, forse qualcuno in più, ed erano lì tutti per Giuseppe Veropalumbo, il giovane operaio che non ha visto la luce del nuovo anno, perchè un infame destino ha armato la mano di un folle criminale. Erano in tanti e la Basilica della Modonna della Neve a stento riusciva a contenerli. Fra i primi banchi spiccava il volto assente di Carmela, la giovane vedova che ancora cerca una spiegazione di quanto è accaduto. E poi i familiari, gli amici, il sindaco con la sua squadra di assessori e consiglieri, le forze dell´ordine, i giocatori e dirigenti del Savoia, le organizzazioni sindacali, le associazioni, uomini, donne, bimbi, giovani ed anziani. Molti indossavano una maglietta bianca con su impresso il volto di Giuseppe, l´operaio buono. E tutti in religioso silenzio. Poi mons. Raffaele Russo, il rettore della Basilica, prendeva la parola. "Di fronte alla tragedia di Giuseppe - affermava - tutti vorrebbero scappare via da quì. Ma non dobbiamo farci prendere dalla rassegnazione. Con l´aiuto di Dio Torre risorgerà". Era poi la volta del sindaco Giosuè Starita "Ho fiducia nella rinascita della città. Mai come ora le persone per bene devono fare fronte comune contro il male. Da oggi deve esistere una sola Torre, senza nord e sud, e tutti insieme dobbiamo impegnarci affinché la città ritorni ai fasti di un tempo". Inizia poi la celebrazione della messa, che si potrae sino alle 20,30. Dopo, una lunga fioccolata silenziosa percorre Corso Vittorio Emanuele, fino all´abitazione di Giuseppe. Ad attendere il corteo, l´Arcivescovo di Nola Beniamino Depalma che, nel suo discorso, esortava i torresi, popolo di gente onesta, a dire "no" alla violenza e alla prepotenza, e di lottare per la supremazia del bene nei confronti del male. Poi concludeva con un appello rivolto ai malviventi: "Deponete le armi e vivete in pace con i vostri fratelli". La manifestazione si concludeva con la deposizione di un fascio di rose ai piedi del palazzo, dove il povero Giuseppe ha esalato l´ultimo respiro. FOTO GALLERY