A cura della Redazione

Trentacinque scatoloni pieni di generi di prima necessità, vestiario e prodotti per neonati e bambini, portati dai volontari dell’associazione Irt-protezione civile di Torre del Greco nelle zone colpite dal terremoto che ha colpito le regioni del Centro Italia il 24 agosto scorso .

È scattata in questi giorni la seconda fase dell’azione promossa dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello, che ha visto coinvolti i cittadini di Torre del Greco che hanno aperto il loro cuore e portato quanto nelle loro possibilità al centro allestito negli ex Molini Meridionali Marzoli. Qui i volontari - con il costante coordinamento assicurato anche dal vicesindaco Romina Stilo e dall’assessore alla Protezione civile, Domenico Balzano, una volta chiuse le operazioni di raccolta, hanno catalogato quanto in loro possesso e avviato le procedure per la consegna, seguendo una capillare attività svolta dalla protezione civile regionale.

I volontari hanno dunque raggiunto le zone colpite dal sisma, con l’obiettivo di portare il messaggio di solidarietà della città di Torre del Greco alle popolazione flagellate dal terremoto.

«I nostri concittadini - afferma il sindaco Borriello - hanno dimostrato una bontà eccezionale, sulla quale del resto non avevamo mai dubitato. Ogni giorno al centro di via Calastro si è registrata una massiccia presenza di persone che hanno portato il loro prezioso contributo».

Nelle regioni del Centro Italia i volontari dell’Irt-protezione civile, coordinati sul posto da Giovanni Accardo, hanno portato generi alimentari (come pasta, latte, biscotti e succhi di frutta) ma anche pannolini, omogeneizzati, prodotti per l’igiene e ben otto scatoloni di abbigliamento, frutto del grande affetto dimostrato dalla città. Nelle aree maggiormente colpite dalle scosse, i volontari torresi si sono uniti alla grande catena umana formatasi in questi giorni.

«Ci ha colpito la storia di Gino - sottolinea Accardo -, un cittadino ucraino trasferitosi da queste parti e che aveva già partecipato, da volontario, alle operazioni di assistenza in Emilia. Ebbene, l’uomo ha perso la sua casa ad Amatrice e con la famiglia è ora costretto a vivere, come tanti altri cittadini di queste aree, in una tendopoli. Ciò nonostante, ogni giorno partecipa alle attività di supporto al coordinamento di protezione civile e anche grazie a lui sono state estratte dalle macerie diverse persone fortunatamente ancora in vita».

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