A cura della Redazione
A Palzzo Baronale si è tenuto il previsto incontro tra l’amministrazione comunale e i promotori della campagna cittadina ”Ricomincio da (Rifiuti) zero - F(d)atti da fare” per discutere della costituzione dell’Osservatorio permanente sui rifiuti. L’incontro ha registrato qualche luce e molte ombre sulle reali convinzioni dell’amministrazione cittadina di attuare il protocollo “rifiuti zero” nella sua interezza. Se da un lato l’esito della riunione rappresenta un aspetto positivo nell’atteggiamento dell’amministrazione verso le rappresentanze cittadine, espresso dalla volontà di costituire l’osservatorio, dall’altro sono emerse differenze notevoli sul ruolo che l’osservatorio è chiamato a svolgere. Nelle parole dell’assessore all’Ambiente, che vede l’organismo come “amplificatore” sul territorio delle azioni dell’amministrazione, si può cogliere, infatti, una visione dell’osservatorio come appendice dell’amministrazione, mentre la sua funzione, secondo i promotori della campagna, dovrebbe essere quella di “organismo” assolutamente indipendente dall’amministrazione, anche se di esso sono chiamati a farne parte rappresentanti della stessa, strumento di monitoraggio, in tempo reale della situazione rifiuti in città, di informazione della cittadinanza, di rilievo dellecriticità e di elaborazione di proposte per il miglioramento e l’attuazione della strategia rifiuti zero. Ci auguriamo pertanto, che il percorso di attuazione concordato possa concludersi con l’elaborazione di uno Statuto dell’osservatorio che recepisca appieno le sue funzioni, come indicate dai promotori e come previste nel protocollo rifiuti zero. Ma, gli interventi dell’assessore e del sindaco hanno evidenziato posizioni, a parer nostro, molte lontane dalla cultura rifiuti zero. Se infatti il proposito di avere finalmente una città pulita è chiaramente emerso (dovere minimo di un’amministrazione degna del nome) e ovviamente condiviso, la mancanza di volontà di procedere speditamente sull’attuazione di azioni per la realizzazione delle 2 R, che precedono il Riciclo (terza R) nella strategia rifiuti zero, rivela limiti notevoli sulla corretta interpretazione del protocollo rifiuti zero. Infatti le prime due R del protocollo (Riduzione a monte e Riuso/riparazione) esprimono la volontà di inserire il problema rifiuti in quello più vasto della sostenibilità ambientale che richiede una riduzione dell’ammontare globale della produzione e circolazione di merci e di energia: meno oggetti e allungamento della vita di quelli prodotti, costituiscono allora, insieme al recupero di materia prima attraverso il riciclo, elementi essenziali del protocollo. Tali limiti sono emersi anche dall’insistenza sulle cosiddette “isole ecologiche” (discariche a cielo aperto) che l’amministrazione intende allargare, invece di prendere in considerazione la raccolta differenziata porta a porta che si è rivelata la migliore scelta nel trattamento dei rifiuti, in termini di qualità e quantità, per un efficace riciclo. L’intenzione di avviare, anche in fase sperimentale in alcune realtà, il porta a porta, va invece sostenuta con forza e fortemente pubblicizzata, così come il lancio del compostaggio domestico da giardino che va incentivato fornendo le compostiere a richiesta. Andrebbe, poi presa in considerazione l’opportunità di dotarsi di un impianto centralizzato di compostaggio, anche se il problema degli impianti va affrontato in senso più generale (compreso il dotarsi di un TMB) e in relazione con la costituzione del previsto ATO sui rifiuti e con la istituenda città metropolitana. Pertanto tutti gli aderenti alla campagna “Ricomincio da Rifiuti zero” sono impegnati per la realizzazione di tutti i punti della proposta avanzata, in particolare nell’elaborazione dello Statuto dell’osservatorio, e lavorano alla enucleazione di nuove proposte a partire dall’istituzione del porta a porta spinto in tutta la città. (d.p.)