A cura della Redazione
Martedì 2 agosto, nell’assemblea dei sindaci di ATO3 (zona sarnese vesuviana), 29 comuni appartenenti all’ambito, indipendentemente dai colori politici e dagli schieramenti, hanno calpestato la volontà popolare dei cittadini così ampiamente espressa con lo strumento referendario sui due quesiti per l’acqua pubblica”. E’ questa la denuncia del MoVimento 5 Stelle di Torre del Greco che ha partecipato alla seduta pubblica che poteva essere storica se i sindaci si fossero occupati di eliminare la remunerazione del capitale investito della GORI SPA come imponeva il secondo quesito. “Non solo questo non è stato fatto, ma i cittadini devono sapere che i loro sindaci o delegati hanno votato per l’aumento delle tariffe delle bollette dell’acqua del 20%. Tutti i sindaci nei loro interventi hanno sottolineato, da quello di Castellammare di Stabia al sindaco di Angri, che GORI ha realizzato in questi lunghi anni una gestione fallimentare e inefficiente. Hanno definito la società un carrozzone politico gonfio di personale non necessario che continua a non risolvere i numerosi problemi segnalati dai comuni”. Nonostante questo molti sindaci hanno deciso di soccorrere la situazione finanziaria fortemente indebitata di GORI attraverso l’aumento delle tariffe, nonostante la società in questi anni abbia continuato ad avere utili. E’ una situazione vergognosa che questa azienda mista con netta partecipazione dell’ACEA (Caltagirone, SUEZ) continui a privatizzare i profitti e a collettivizzare le perdite facendo pagare ai cittadini la malagestione senza che nessuno si preoccupi di accertare le responsabilità” affermano sdegnati gli attivisti del MoVimento 5 Stelle di Torre del Greco che hanno presieduto fino all’ultimo all’assemblea preannunciando che metteranno in campo nei prossimi mesi tutti i propri strumenti per informare i cittadini di chi sono le responsabilità degli aumenti tariffari dei prossimi anni. I cittadini, se vedranno aumentare le loro bollette dell’acqua, dovranno ringraziare i 29 voti a favore nell’assemblea tra cui quello della Provincia di Napoli, dei sindaci di Anacapri, Capri, Casamarciano, Castellammare di Stabia, Ercolano, Mercato San Severino, Portici, Santa Maria la Carità, Sorrento, Torre del Greco, Vico Equense. Tra questi alcuni si vantano di essere difensori dell’acqua pubblica e del risultato referendario, ma nessuno di questi ha avuto il coraggio di accennare e rendere esecutiva l’eliminazione della remunerazione del capitale investito, come previsto dal secondo quesito referendario. Solo il coraggioso comune di Roccapimonte ha proposto di inserire all´ordine del giorno di votare l´eliminazione della gestione privata GORI senza riscontrare l´approvazione della maggioranza. COMUNICATO