A cura della Redazione
Pubblichiamo la lettera scritta dal sindaco Ciro Borriello ed indirizzata, tra gli altri, al Presidente della Repubblica, al Presindete del Consiglio e al Governatore della Campania, avente ad oggetto la questione relativa alla realizzazione dell´impianto per il trattamento dei rifiuti pericolosi in località Leopardi. L’Amministrazione comunale di Torre del Greco, in persona del sindaco pro tempore dott. Borriello Ciro, si è profusa in una difficile attività informativa e partecipativa per sollecitare ed impegnare la Regione Campania, titolare della potestà amministrativa in materia, a riesaminare, sia sotto il profilo della legittimità che sotto il profilo dell’opportunità, gli atti autorizzatori illo tempore rilasciati in favore della società Wisco e, segnatamente, il decreto n. 513 del 16.12.2005 a firma del Dirigente del Settore Provinciale ecologia, tutela dell’ambiente, disinquinamento e protezione civile. Con il Decreto Dirigenziale n. 513 del 16.12.2005, infatti, la società Wisco è stata autorizzata a realizzare un impianto per il trattamento dei rifiuti pericolosi e non, nel territorio del Comune di Torre del Greco. Al fine di contrastare l’ulteriore scempio del territorio, la Amministrazione Comunale di Torre del Greco si sta battendo, evidenziando - nelle diversi sedi - che il procedimento amministrativo avente ad oggetto l’approvazione del progetto presentato dalla Wisco è carente quanto ad istruttoria oltre che viziato dalla falsità dei presupposti di fatto posti a fondamento del provvedimento autorizzatorio (decreto n. 513/2005). Per meglio comprendere la censurabilità dell’autorizzazione, occorre precisare che l’approvazione del progetto da parte della Regione è il frutto di un procedimento amministrativo complesso, articolato in più fasi, che presuppone la preventiva acquisizione del parere di compatibilità ambientale dell’impianto da realizzare, reso dalla Commissione VIA, attesa l’enorme incidenza dell’opera sull’ecosistema e sulla salute umana. Al contrario, nel caso di specie, come è stato segnalato ripetutamente dall’Amministrazione comunale di Torre del Greco, il parere favorevole emesso dalla Commissione VIA (decreto n. 256 del 22.4.2005) è stato reso sulla base di un progetto “erroneamente” qualificato come delocalizzazione dell’ impianto di depurazione già esistente ed in esercizio presso l’officina Trenitalia (in località Santa Maria La Bruna), laddove in realtà si tratta della creazione di un’opera nuova per dimensioni e per destinazione d’uso. Come si evince dalla documentazione tecnica prodotta dalla Wisco ed allegata alla conferenza dei servizi del 4.8.2005, infatti, l’impianto che la Wisco intende realizzare è destinato a trattare rifiuti industriali estremamente pericolosi e provenienti da cicli di produzione diversi da quelli originati da Trenitalia; quest’ultimi peraltro impegnerebbero solo 1/30 dell’attività complessiva del nuovo impianto. Gli ultimi sviluppi della vicenda amministrativa in sede Regionale sono questi. A seguito della istanza di riesame, presentata dal Comune di Torre del Greco, è stata convocata la Conferenza dei Servizi in data 4.8.2008 e successivamente in data 3.2.2009. In tale sede, il Settore Tecnico Amm.vo Provinciale Ecologia di Napoli, della Regione Campania, ha invitato il Comune di Torre del Greco a presentare una relazione tecnica (cosiddetto SIA) che evidenziasse le circostanze di diritto e di fatto, anche sopravvenute, che depongono per il ritiro del decreto n. 513 del 2005, avendo preso atto che (come già ammesso dalla Commissione VIA nella nota del 14/11/2005) “è possibile che dall’espressione del giudizio di compatibilità ambientale, il quadro ambientale può essere mutato e che poter esprimere un parare di merito è necessario che venga prodotto, da parte dei soggetti che ritengono che tali trasformazioni si siano verificate, un aggiornamento dello studio di impatto ambientale”. Ciò testimonia l’apertura della regione Campania alla richiesta di riesame/ritiro dell’atto. Il Comune di Torre del Greco raccogliendo l’invito ha comunicato che il SIA potrà essere prodotto entro 12 mesi dall’acquisizione di tutta la documentazione tecnica presentata dalla Wisco. In merito a quanto suddetto, ritengo doveroso rappresentare alle SS.LL. le altissime tensioni e ansie di una città con oltre 90mila abitanti che, nonostante tutte le legittime procedure avviate da questa Amministrazione per contrastare uno sciagurato progetto come quello di realizzare un impianto destinato non solo allo smaltimento dei rifiuti industriali prodotti nello stabilimento “Trenitalia”, ma soprattutto alla lavorazione degli scarichi e scorie fortemente inquinanti provenienti da altri siti industriali di tutte le Regioni italiane, a tutt’oggi non riscontra risposte dalle istituzioni competenti finalizzate a sospendere definitivamente tale proposta. Tra l’altro, l’installazione dell’impianto suddetto si insedierebbe all’interno dell’area denominata “Zona Rossa”, nell’ambito del rischio Vesuvio, caratterizzata da alto coinvolgimento in caso di eventuale attività del vulcano, senza alcuna preventiva valutazione di compatibilità. Infatti si rappresenta che non ci sono adeguate reti viarie tali da consentire un opportuno attraversamento dei mezzi pesanti. Inoltre, la costruzione ricadrebbe all’interno di una area residenziale densamente popolata, in contrasto con le disposizioni del testo Unico delle Leggi sanitarie (R.D. 1265/34) e dello stesso Testo Unico dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2006), secondo cui la scelta della localizzazione degli impianti di depurazione delle acque deve essere effettuata lontano dalle abitazioni in maniera tale da proteggere i centri abitati da fonti d’inquinamento, rumori ed odori molesti (Cd.S. – Sez. V – 30.04.2003, n. 2244). Ancora, a breve questa Amministrazione darà il via ad una importante e significativa riqualificazione urbana e ambientale della zona in questione attraverso la realizzazione di una imponente cittadella dello sport, come da programma di governo presentato agli elettori. Al contrario, nel corso del procedimento per il rilascio dell’autorizzazione regionale (Decreto Dirigenziale, n. 513/2005, sorprendentemente prodotto in pochissimi giorni!) alla costruzione dell’impianto, inspiegabilmente non è stata effettuata un’adeguata, nonché necessaria indagine propedeutica sui rischi per la salute della popolazione residente e degli stessi lavoratori di “Trenitalia”, quest’ultimi già colpiti da altri gravissimi danni per la salute, scaturiti dalla presenza di amianto nell’area interessata. Un’indagine preliminare obbligatoria che andava eseguita, soprattutto se si considera che il depuratore è esplicitamente destinato alla lavorazione di sostanze altamente nocive e pericolosissime, come confermato nella stessa relazione tecnico-descrittiva agli atti della citata Conferenza dei Servizi. Inoltre, negli atti procedimentali è stato posto in evidenza l’erroneo presupposto circa la “delocalizzazione” del preesistente impianto, laddove, invece trattasi palesemente di un’invasiva attività di nuova costruzione dell’impianto, con finalità prevalentemente industriali del tutto differenti da quelle assolte dal depuratore preesistente, che, rispetto al progetto iniziale, vede modificati alcuni parametri significativi dell’opera (quantità e tipo dei rifiuti ed altro ancora). Ciò, pertanto, potrebbe dover comportare l’adeguamento tecnico-funzionale della struttura, rispetto a quella che ha costituito oggetto della procedura amministrativa. Infine, si rappresenta che l’intera cittadinanza, unitamente ai lavoratori, alle associazioni, ai comitati di quartiere, agli studenti, agli organi di stampa e alle parti sociali in più occasioni si è mobilitata attraverso durissime proteste e manifestazioni, che hanno procurato notevolissime problematiche di ordine pubblico (interruzione della viabilità, occupazione della linea ferroviaria, come più volte rappresentato dagli organi di stampa). La costruzione di tale impianto di depurazione causerebbe il più alto malcontento della popolazione già per molti anni vessata e mortificata dalla incuria dei politici e da individui che hanno sovrapposto i propri personali interessi al bene della collettività. Questa terra non può essere ulteriormente mortificata. Pertanto, chiedo vivamente alle SS.LL. di voler prestare la massima attenzione ad una così grave problematica e prego di fornire al più presto risposte concrete e risolutive che le SS.LL. certamente sapranno dare, data l’importanza di una questione che investe il profilo sociale, logistico-strutturale, e non da ultimo, anzi principalmente e primariamente, quella sfera di diritti inalienabili riconosciuti dalla nostra Carta Costituzionale a difesa dell’ambiente, della vita, della sicurezza e della salute dei cittadini. Non fate in modo che Torre del Greco, nei secoli celeberrima per la salubrità del clima, divenga oggi tristemente nota per la presenza di un ulteriore e sciagurato mostro pseudo ecologico, che sicuramente fagociterà quanto di buono è stato fatto e oscurerà tutto il resto. Con i più sinceri e deferenti ossequi On. Dott. Ciro Borriello