A cura della Redazione

Immediata la replica dell’Ufficio stampa della Soprintendenza di Pompei, che spiega a nome del direttore generale Massimo Osanna (attualmente all’estero) che l’unico danno riscontrato nel Parco Archeologico di Pompei dai custodi che hanno sorvegliato le complesse operazioni di ritiro delle sculture gigantesche di Mitoraj, è stato riscontrato in prossimità del tempio di Venere dove, riferisce la Soprintendenza, «è stata affossata la copertura di chiusura di un tombino di fattura recente, poggiante su struttura in muratura parimenti moderna». Erano corse voci più allarmanti sui danni causati dai mezzi pesanti e dagli operai che hanno proceduto al prelievo delle sculture. Per completezza bisogna anche dire che il tombino sfondato era sistemato su un marciapiedi antico che ha riportato lievi danni, che probabilmente potranno essere riparati nel corso delle operazioni di manutenzione relative della messa in opera della nuova copertura del tombino sfondato.  

«L’inconveniente non ha comportato alcun danno alle strutture archeologiche». Precisa la Soprintendenza di Pompei, che assicura che in tempi brevi sarà ripristinata la copertura del canale sotterraneo di raccolta delle acque piovane al fine di garantire la sicurezza del passaggio dei visitatori. Probabilmente interverrà una verifica del nucleo dei carabinieri degli Scavi che redigerà, come avviene in casi del genere per prassi consolidata, un rapporto ufficiale per la Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata. Iniziativa che serve a chiudere ogni forma di polemica che insorge quando arrivano notizie di danni, anche lievi, al patrimonio archeologico vesuviano.

In conclusione, l’esperienza insegna che data la “fragilità” strutturale del parco archeologico è preferibile, ai fini della sua migliore tutela, evitare ogni forma d’intervento invasivo, con l’ingresso di mezzi pesanti nel Parco, ai fini dellla sua valorizzazione. Detto questo è anche vero che ogni iniziativa deve essere valutata alla luce del trade-off costi-benefici. Nel caso delle sculture di Mitoraj bisogna ammettere, alla luce di queste considerazioni, che il bilancio è senza dubbio positivo se si considera l’enorme ricaduta sul piano della valorizzazione turistica della presenza delle sue sculture ciclopiche negli Scavi di Pompei, mentre il danno sarebbe solo quello dell’affossamento di un tombino contemporaneo e tutt’al più della scalfitura del marciapiedi che lo contiene.      

twitter: @MarioCardone2

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