A cura della Redazione

Arresti domiciliari per l’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio ed il dirigente dell’ufficio tecnico comunale Andrea Nunziata, mentre per Vincenzo Manocchio (assessore ai lavori pubblici ed al cimitero all’epoca dei fatti incriminati) è stato decretato l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Sono questi i provvedimenti restrittivi che hanno riguardato ex amministratori ed un dirigente del Comune di Pompei tra quelli operati dalla Guardia di Finanza nella retata dell’operazione a vasto raggio “The Queen”, inchiesta condotta dalla DDA di Napoli nella persona del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dei suoi sostituti e collaboratori.

Sono state poste in essere complessivamente 69 misure restrittive a carico di personaggi pubblici di grande rilievo e di professionisti e docenti universitari. Le accuse per i tre di Pompei (due politici ed un dirigente comunale) sarebbero legate alla turbativa d’astaD’Alessio, nel corso del mandato di sindaco a Pompei dal 2009 al 2014 avrebbe tenuto un comportamento illegale nel conferimento di un appalto entrato nel mirino della magistratura napoletana. Si tratterebbe precisamente della procedura di gara di project financing della concessione per la realizzazione dell’impianto di cremazione da costruire presso il cimitero comunale di Pompei. Un appalto di 3.779.673 euro. Risulterebbe assegnato il 18 marzo 2013 al Consorzio Stabile Intratech di Milano dalla commissione di gara di cui l’ingegnere Nunziata risulterebbe essere stato presidente. L’iniziativa è stata programmata nell’ambito del piano triennale delle opere pubbliche 2012-2014 senza essere stata successivamente realizzata. Anzi risulta che nel successivo piano triennale 2015-2017 fu cancellata dall’elenco delle opere programmate dall’Amministrazione guidata dal sindaco Nando Uliano.

L’ex sindaco Claudio D'Alessio, dopo il mandato amministrativo esercitato dal 2004 al 2014, fu sfiduciato prima della fine della scadenza naturale. Da allora è stato vittima di un accoltellamento e protagonista di tre procedimenti giudiziari a sua carico di cui uno gli ha comportato in primo grado la condanna a due anni, con pena sospesa, per abuso d'ufficio e truffa aggravata nel processo riguardante i lavori pubblici di Piazza Schettini e l’annessa Fonte Salutare. 

L'ex assessore ai Lavori Pubblici e al Cimitero dell'Amministrazione D'Alessio, Vincenzo Manocchio, docente universitario, l’anno scorso si era trovato al centro di un’inchiesta per tangenti. In ultimo, il capo dell’Ufficio Tecnico di Pompei, Andrea Nunziata, la cui  assenza dal servizio al Comune mette in crisi l’operatività amministrativa già sotto organico di due dirigenti.

Ultima considerazione riguarda i riflessi politici a Pompei dell’inchiesta, dal momento che figurano tra gli indagati due personaggi (Pasquale Sommese e Claudio D’Alessio) che già avevano preso un ruolo indiretto nelle manovre di costituzione delle coalizioni elettorali e dell’individuazione dei candidati sindaco che correranno per le elezioni amministrative.

D’Alessio correva voce essere tra i registi occulti della coalizione di centrosinistra mentre il suo ex alleato politico Sommese pare sostenesse ed orientasse la coalizione dei cosiddetti “Moderati”. Questa vicenda giudiziaria potrebbe incidere sui futuri assetti organizzativi o, come spesso succede, restare inefficace.   

twitter: @MarioCardone2 

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