A cura della Redazione

Risulterebbe anche il nome dell’assessore Vincenzo Manocchio tra quelli dei componenti della commissione di gara per i lavori di ristrutturazione dello storico Palazzo Teti di Santa Maria Capua Vetere.

Parliamo della vicenda eclatante, tutt’ora sotto il mirino della magistratura, che ha portato  ad ipotizzare il concorso esterno in associazione mafiosa per il presidente del P.D. campano Stefano Graziano, dimessosi poi dalla sua carica.

La polizia giudiziaria avrebbe documentato molti incontri e contatti telefonici tra Graziano e Zagaria collegati a motivi elettorali. Le tangenti sarebbero state pagate a due componenti della commissione di gara, tra i quali a Vincenzo Manocchio. Il nome dell’ex assessore ai lavori pubblici di Pompei è collegato (insieme a quello di Roberto Di Tommaso, anche funzionario ai Lavori pubblici del Comune) ad un’indagine relativa ad una presunta riscossione di tangente pagata dai due imprenditori, finiti ai domiciliari, Guglielmo La Regina e Marco Cascella.

Manocchio è un architetto (docente universitario) di estrazione partenopea. E’ venuto  sul territorio di Pompei perché chiamato a ricoprire l’incarico di assessore ai Lavori pubblici durante il secondo mandato D’Alessio, conclusosi con un anno d’anticipo con lo scioglimento del consiglio comunale per sopravvenuta mancanza del numero legale. Manocchio entrò a far parte dell’amministrazione comunale in rappresentanza di una componente forte della maggioranza. Nel corso del suo mandato gestì per conto del Comune di Pompei l’iniziativa  della costruzione di loculi a titolo privato. In altre parole i pompeiani sottoscrissero la prenotazione di un loculo nel cimitero comunale versando un anticipo proporzionato al budget del suo costo.

Si trattò di un’operazione molto discussa sia dalla politica che dalla società civile. Tanto che si parlò di “loculi d’oro” dal momento che il costo preventivato sembrò esagerato a tanti altri colleghi (per professione) dell’assessore Manocchio, nonché superiore a quello sostenuto in altri centri confinanti con Pompei. Per farla breve: finita la gestione D’Alessio e superata la successiva fase commissariale si è passati (da oltre due anni) all’amministrazione targata Uliano ma i pompeiani che hanno versato un anticipo sono ancora in attesa di una soluzione concreta al loro problema: la decorosa sepoltura del caro estinto. Unica novità è la notizia della sfortunata  vicenda giudiziaria che riguarda il protagonista politico (in fase amministrativa) che fece decollare l’iniziativa per la costruzione “in economia” di  quelli che furono chiamati “loculi d’oro” anche se nessuno li ha mai visti.                

twitter: @MarioCardone2

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