A cura della Redazione

Sembrerebbe che finalmente il Genio Civile abbia conferito l’incarico ad una ditta privata per i lavori di messa in sicurezza di via Ripuaria a Pompei. 

Parliamo di lavori pubblici di “somma urgenza” attesi da sei mesi per l’espletamento burocratico della gara che compete al Genio Civile al fine di consentire, successivamente, all’amministrazione comunale di Pompei di appaltare il lotto successivo di interventi che prevede la sistemazione (con manto d’asfalto) del fondo stradale e dei marciapiedi di una delle due uniche arterie stradali che collegano l’area vesuviana con quella nocerina-sarnese. 

Il condizionale è d’obbligo (insieme alla frammentarietà delle notizie che non sono state diffuse ancora dai canali ufficiali locali) a causa della ben nota mancanza di disponibilità  alla comunicazione preventiva da parte dell’Assessorato ai Lavori pubblici di Pompei. In poche parole, i pompeiani (secondo quanto dichiarato pubblicamente) per essere aggiornati sulle prospettive di quella strada, che è in parte attualmente transennata e, nella restante, a senso unico di marcia, devono recarsi, nei giorni stabiliti, al terzo piano di Palazzo De Fusco per intervistare di persona l’assessore al ramo nel suo ufficio (che non si fida della stampa) o regolarsi di conseguenza quando vedono gli operai aprire il cantiere dei lavori pubblici. 

I cittadini (non solo quelli residenti nella periferia sud) attendono con ansia l’apertura al traffico di via Ripuaria, nei due sensi di marcia, dal momento che la sua parziale impraticabilità (e conseguente pericolosità) sta creando notevole danno al commercio locale ed intralcio al traffico, già appesantito dal flusso commerciale stagionale del settore conserviero. 

Bisogna dire che il tempo che si è perso finora è dovuto all’iter burocratico della gara d’appalto a cura del Genio Civile che tra l’alto, a quanto pare, si è accollato esclusivamente i lavori indispensabili della messa in sicurezza degli argini stradali che sembra risalgano ai tempi del regno borbonico. A quei tempi sono fermi, purtroppo, alcuni presidi di sicurezza del territorio insieme al modo di pensare di alcuni politici e funzionari locali.