A cura della Redazione
Una splendida giornata di fede che ha fatto giungere a Pompei decine di migliaia di pellegrini devoti alla Madonna del Rosario. Hanno affollato il sagrato del Santuario riversandosi dopo la preghiera per le strade della città e poi nei ristoranti, nei bar e nelle tavole calde mentre i più poveri hanno pranzato con le vivande portate da casa nella mensa della Casa del Pellegrino. Allo stesso tempo, milioni di fedeli di tutto il mondo si sono uniti spiritualmente alla città mariana recitando la Supplica alla Beata Vergine del Santo Rosario in ogni luogo: nelle scuole, sui posti di lavoro, nelle strade, nelle chiese di ogni nazione. Le dirette televisive e in streaming hanno permesso a milioni di fedeli di sentirsi davvero partecipi e virtualmente presenti nella città mariana. La Celebrazione Eucaristica e la Supplica dell’8 maggio sono state presiedute dal Cardinale Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero. Nell’omelia, il porporato ha parlato di conversione e conoscenza di Gesù, doni che si ricevono anche attraverso la recita della preghiera più cara alla Madonna. «Chi conosce Cristo e si converte non può che vivere la carità ogni giorno, rispondendo alle nuove e gravi emergenze che assillano l’umanità». L’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, ha ricordato l’accoglienza in Santuario di nove donne migranti e due bambini, stremati dalla terribile traversata del Mediterraneo. «In questa terra di Maria – ha detto il cardinale Stella – tutto ci invita alla conversione, a ritornare a Cristo, in ogni momento della nostra vita, anche attraverso momenti di sofferto ripensamento. Dall’ateismo e dallo spiritismo si è convertito il Beato Bartolo Longo, a partire dall’incontro con l’amore misericordioso di Dio, donatogli in confessione da uno di quei Padri domenicani, da lui in precedenza tanto avversati». Pompei, fondata da un uomo convertito, è terra di conversione. Si torna nella casa di Maria, che è casa di Dio. Questo è il senso del pellegrinaggio. Milioni i fedeli che raggiungono la città mariana ogni anno. Molti devoti arrivano a piedi come quelli provenienti da Pignataro Maggiore, che sono giunti a Pompei dopo tre giorni e 90 chilometri di cammino, adempiendo al voto fatto alla Vergine ai tempi della Seconda Guerra mondiale. «Potremmo dire che convertirsi è un lasciarsi alle spalle le macerie che accumuliamo nel corso della vita e che restano lì, a ricordarci la nostra storia e il nostro cammino», ha affermato il Cardinale Stella. All’orizzonte c’è il Giubileo della Misericordia che il Papa ha indetto l’11 aprile scorso e che avrà inizio a Roma e nelle Chiese particolari, l’8 dicembre prossimo, solennità dell’Immacolata Concezione. Altro tema introdotto dal Cardinale è la conoscenza di Cristo: «Quel Gesù – ha spiegato – che abbiamo incontrato nel pellegrinaggio della vita e che ci ha chiamati oggi in questo luogo scelto da sua Madre, desidera essere da noi conosciuto e amato, dello stesso amore con cui lui ama noi». Ad accogliere il Cardinale Stella ed a celebrare insieme a lui la Santa Messa è stato l’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, che ha ricordato la giornata del 21 marzo scorso quando Papa Francesco è giunto pellegrino nella città mariana, confermandola nella sua vocazione alla carità: «La visita del Papa, breve ma intensa - ha spiegato - ha dato nuovo slancio alla nostra preghiera e ha rafforzato il nostro impegno di carità verso gli ultimi e gli emarginati». Una carità che si rinnova e si fa concreta rispondendo alle esigenze nuove e gravi che emergono quotidianamente: «Due giorni fa – ha aggiunto Monsignor Caputo – sono arrivate nove donne migranti eritree e i loro bambini, stremati dalla traversata sui barconi. Nel pomeriggio, lei stesso potrà visitare alcune nostre opere (ha detto rivolgendosi al Cardinale, ndr), constatando di persona l´impegno che laici e religiosi profondono nell´accogliere questi nostri fratelli e sorelle meno fortunati». MARIO CARDONE