A cura della Redazione
Nove giovani donne eritree (due di loro accompagnate da figli) sono state accolte da “Casa Emanuel”. Una delle tante iniziative sociali di beneficenza che il Santuario di Pompei gestisce con i fondi rivenienti dalle offerte volontarie dei pellegrini. L’iniziativa fa onore all’immagine positiva che la Chiesa di Pompei si è guadagnata nella costante promozione dell’Istituto familiare e nella tutela della donna e della sua funzione materna. Per questo motivo è molto attiva a Pompei (presso il Santuario) la comunità “Casa Emanuel”, organizzata per tutelare ed accogliere le gestanti in risposta a problematiche urgenti quali ragazze madri allontanate dalle rispettive famiglie, donne in difficoltà per gravidanza fuori dal matrimonio, donne scappate con i figli da un compagno violento, donne aiutate a portare a termine una gravidanza a cui seguirà l’adozione esterna del neonato, donne violentate fisicamente e moralmente. Di questo ambito fanno parte a giusto titolo le nove ragazze eritree accolte martedì, 5 maggio, dal Santuario della Madonna di Pompei, presso “Casa Emanuel”, la comunità che ospita normalmente, dietro segnalazione dei servizi sociali del Comune mariano, al massimo quattro o cinque donne in difficoltà, gestanti e madri con i loro bambini. Questa volta è toccato a nove giovani eritree giovarsi delle opere di accoglienza del Santuario. Sbarcate in Sicilia, le nove migranti, di cui due madri, rispettivamente di una bambina di 3 e una di 5 anni, sono giunte il giorno prima nel porto di Salerno, a bordo di una nave della Marina Militare. La stessa nave su cui è nata (sempre da una immigrata) una bambina di colore che i marinai hanno battezzato col nome di Francesca Marina. Accolte dalle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei e dalle operatrici della comunità, le nove eritree e le loro due bambine sono state trasferite presso Casa Emanuel, dopo i primi controlli medici e la prima assistenza. La più giovane delle ragazze ha 20 anni, la più “vecchia” 25. Sono tutte scappate dalla difficile situazione del loro Paese. L’accoglienza delle migranti eritree si pone sulla scia della tradizione del fondatore morale della Pompei moderna, che ha fatto erigere il Santuario alla Madonna del Rosario e delle Opere Sociali annesse: il Beato Bartolo Longo. Continua, dopo più di 130 anni, infatti, l’opera di ospitalità e di assistenza che il Santuario mariano assicura agli ultimi, agli emarginati, a chi, per le più varie problematiche sociali, ha bisogno di aiuto. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2