A cura della Redazione
Dal vicesindaco Pietro Orsineri, «il via libera della tassa di soggiorno a Pompei». Passa solo qualche giorno che il sindaco Uliano corregge il tiro: «La nostra è solo un delibera d’indirizzo», ha precisato. «Perché non l’avete detto per tempo?». Rispondono in coro i pompeiani. Un consigliere comunale, in anonimo, fa sapere che se dipenderà da lui la tassa di soggiorno resterà ferma al palo. In pari tempo partono i primi segnali di protesta da parte delle associazioni di categoria, in primis quella degli albergatori. In questo quadro generale s’inserisce l’iniziativa di Franco Gallo e qualche altro consigliere dell’opposizione. Il tentativo è di trarre vantaggio dal flop mediatico dell´Amministrazione e mettersi a capo di una “rivolta” contro il Palazzo, reo di non aver prodotto alcun incentivo al turismo stanziale ma di aver intenzione di proporre al consiglio comunale l’istituzione della tassa di soggiorno. E’ pur vero che nella precaria situazione finanziaria in cui versa il Comune di Pompei, chi contesta l’applicazione di una nuova tassa che non grava sui residenti, al fine di reperire un minimo di risorse per le strade e la cura del verde pubblico e dei servizi turistici, deve contestualmente farsi carico di proporre una misura alternativa. Su una posizione intermedia si trova Alfonso Conforti (che parla a nome del gruppo consiliare che insieme a lui comprende anche Cirillo e Vitulano). Il consigliere di maggioranza Conforti, partendo proprio dalla pressante esigenza di far cassa, per sopperire parzialmente ai tagli di risorse finanziarie da parte del Governo centrale, fa presente che se si vuole evitare di colpire i percettori di reddito fisso (lavoratori dipendenti e pensionati) si deve necessariamente trovare la soluzione di chiedere al turismo di partecipare con un contributo economico. Soluzione già adottata da altri comuni a vocazione turistica. L’Amministrazione comunale di Pompei deve forzatamente farsi carico di un’accoglienza turistica di elevato profilo per il semplice motivo che ha la tutela di due monumenti (uno culturale e l’altro religioso) siti sul suo territorio che pochi altri Paesi al mondo possono vantare. «Il fatto è – spiega Conforti – che per arrivare ad una misura definitiva di tassa di soggiorno si deve in primis dialogare con le categorie interessate. Si deve trovare una soluzione che non sacrifichi il turismo anzi lo incentivi facendo pagare una minor tassa a chi si ferma più tempo». L’altra misura di natura fiscale (il ticket bus) è ferma a causa del contenzioso tra il Comune di Pompei e l’Azienda che gestisce il servizio di sosta a pagamento e di traffico limitato. Insomma, è ancora aperto il dibattito a Pompei su come far soldi dal turismo per conferirgli migliori servizi. L’ideale, è stato più volte detto, sarebbe una legge speciale su Pompei ma dal momento che non c’è bisogna pur cercare soluzioni alternative. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2