A cura della Redazione
Il sindaco di Pompei Ferdinando Uliano ha ritirato le delega di assessore a Vincenzo Sica. Dura la replica del professionista oplontino: «E’ un giullare sottoposto ad un oscuro manovratore. Presenterò una relazione sul mio percorso amministrativo a Pompei, spiegando gli ostacoli interposti a Prefettura e Magistratura – ha dichiarato Sica –. Anche l’Osservatorio sulla Legalità del presidente Marmo è chiamato a pronunciarsi in merito». Sica ha osservato che la dipendenza di Uliano dall’ “innominato” (il consigliere politico dello staff del primo cittadino, di cui Sica non fa il nome) è diventata più forte da quando il sindaco è entrato trionfalmente nel consiglio metropolitano. «E’ come se i due a quel punto si fossero divisi i compiti. Uliano si interessa alle tematiche provinciali mentre agli affari di Pompei sarebbe preposto il suo amico», ha argomentato ancora. Sica dimostra il suo assunto con numerosi interventi, durante le sedute di giunta, dell´“innominato” che avrebbe fatto cambiare a Uliano, con poche parole, l’opinione dichiarata in precedenza su decisioni importanti. Sul piano politico la scelta “precipitosa” di Uliano di allontanare dal suo esecutivo il commercialista oplontino sembra dettata dall’esigenza di salvare dall’attacco della sua stessa maggioranza lo scampolo di giunta tecnica che gli è rimasta a disposizione (praticamente Amitrano, Forgione ed Orsineri, considerato che, come afferma lo stesso Sica, anche Sonia Palomba starebbe per lasciare l’incarico in anticipo rispetto ai sei mesi concordati). In poche parole, l’ultima riunione di maggioranza sul presunto “tradimento” di Sica con rivelazioni alla stampa di dissidi interni all’amministrazione comunale di Pompei, avrebbe prodotto un documento politico che chiede al sindaco di Pompei di mandare a casa anzitempo la sua giunta tecnica, anche per evitare alla città lo spettacolo di un “licenziamento” al mese. Posizione politica che non avrebbe ricevuto neanche la totalità dei consensi perché qualche consigliere comunale “autorevole” è per il “lasciar bollire Uliano nel suo stesso brodo al fine di ammorbidirlo per il seguito del percorso amministrativo”. A questo punto, il primo cittadino di Pompei, per salvare il salvabile, avrebbe deciso di liberarsi in fretta e furia dell´“ingombro” di Sica. Non aveva fatto però i conti con l’oste. Sica abilmente si sta trasformando da vittima a carnefice, tutelando la sua immagine col sistema di mettere in croce l’avversario politico sul piano dell’autonomia decisionale perché il sindaco di Pompei avrebbe, a suo dire, il torto di averlo “scomodato” da un trampolino di lancio verso una prestigiosa carica politica a Torre Annunziata. E’ chiaro che nei prossimi giorni dovrà spiegare senso, peso e direzione delle sue osservazioni. In particolare quelle riferite ai condizionamenti sul sindaco di Pompei. Parole del genere sono un triste ricordo per i pompeiani perché poco dopo è arrivata la commissione d’accesso. Sica si dice sicuro di avere buone frecce al suo arco ma sul versante opposto troverà un sindaco disposto a tutto pur di salvare la sua reputazione di politico integerrimo, dimostrata sul campo in precedenti incarichi. MARIO CARDONE twitter: @mariocardon2