A cura della Redazione
Tutti esauriti i 1.750 posti a sedere nel Teatro Grande degli scavi di Pompei, dove giovedì sera è tornata la lirica con "La Bohème" di Puccini eseguita dall´orchestra del Bellini di Catania diretta da Alberto Veronesi. In scena giovani talenti come Vittorio Grigolo, Amalia Avilan, e la campana Maria Carfora per l´anteprima del nuovo ´Festival Pompei´, che la prossima estate avrà in cartellone sette date tra opera e balletto. E’ stata, per la presenza di pubblico e la qualità dello spettacolo, una manifestazione degna della migliore tradizione del Teatro Grande. Al successo, peò, fanno da contraltare le polemiche. «È una vergogna! La società civile di Pompei fuori, la casta dentro». E´, in sintesi, il giudizio finale del sindaco Nando Uliano in merito ad una palese arroganza (oltre che mancanza di professionalità) manifestata degli enti organizzatori. Uliano ha anche annunciato il ritiro del patrocinio e del logo del Comune da una manifestazione che aveva i numeri per restare famosa negli annali mentre si è purtroppo conclusa in un flop organizzativo perché la fondazione «Luigi Carnovale» e l´Associazione onlus Sviluppo Sinfonico Siciliano, organizzatori del festival, avevano prima promesso 300 ingressi (250 a studenti e 50 ad anziani di Pompei) successivamente negati. Sbagliato il confronto con lo spettacolo di Alessandro Siani (che fu annullato nel luglio del 2013 per motivi analoghi), ma c’è una differenza fondamentale: con Siani la responsabilità è stata palesemente del Comune. Nel caso dello spettacolo di giovedì sera gli organizzatori erano Enti senza scopo di lucro (ma con evidenti scopi di favori) che non sono stati all’altezza del compito. Il sindaco Uliano aveva ricevuto 250 biglietti omaggio che voleva donare ad anziani e studenti, eliminando i privilegi. La sera dello spettacolo è stato presentata in botteghino una lunga lista di accrediti «istituzionali» che hanno tolto spazio agli spettatori locali. Alla fine, contestazioni fuori le mura degli scavi, applausi dentro al Teatro Antico, dove La Bohème ha riaperto alla grande l´arena pompeiana. Il sindaco Uliano è stato apprezzato per esser rimasto solidale con i giovani della sua comunità, improvvisando un’informale conferenza stampa al fine di stigmatizzare una decisione inaccettabile degli enti organizzatori che ha penalizzato l’immagine di Pompei. Alcuni avrebbero preferito, da parte sua, uno stile di più di basso profilo ma forse più efficace. Per esempio la presenza allo spettacolo per rappresentare, con due parole, il disagio del territorio che non vede il proprio ruolo riconosciuto dall’arroganza di Enti di livello superiore. La sua reazione è stata in ogni caso positiva ed unanimemente partecipata nel segno di una protesta che altri (era presente tra le autorità Gennaro Migliore), per difendere la loro storia, avrebbero dovuto condividere anche se il problema a monte è quello del rispetto delle prerogative del territorio che troppe volte sono state disattese dai “pescecani” della politica regionale e centrale. La Soprintendenza archeologica ha preso immediatamente le distanze dall´accaduto (ci mancava anche questa per il buon Osanna!). «Fin dall´inizio abbiamo accolto con piacere l´invito del Maestro Veronesi allo scopo di riaprire il Teatro Grande alla cultura internazionale. Nel mostrare il rammarico per i disguidi verificatisi, la Soprintendenza sottolinea di non essere stata messa, in alcun modo, al corrente delle modalità con cui sono stati distribuiti gli inviti». La responsabilità del flop è delle due fondazioni, che fino ad ora non hanno chiesto neanche scusa. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2