A cura della Redazione
E’ ora di finirla con “la cattiva informazione che utilizza e distorce i fatti che succedono negli scavi di Pompei esclusivamente per fare sensazionalismo”. E’ la posizione che assume la direzione della Soprintendenza di Pompei, Stabia ed Ercolano sugli articoli apparsi nei giorni scorsi su molta stampa che, come spiega in un comunicato, “distorce fatti e informazioni per pubblicare notizie dal solo carattere sensazionalistico”, senza considerare che in questo modo non si fa corretta informazione ma in più si contribuisce alla diffamazione del sito archeologico di Pompei e del Paese tutto, a livello nazionale e internazionale. Il comunicato dice cose vere relativamente all’ultimo caso di irruzione abusiva negli scavi di tre giovani (un maschio e due femmine), dove la fantasia fertile di qualche collega lo ha portato ad aggiungere qualche nota boccaccesca ad una vicenda di cronaca che non presentava elementi di questo tipo. Bisogna però dire che è capitato, più di una volta, che la movida dei fine settimana nella città moderna ha portato qualche coppietta (magari su di giri) a saltare i cancelli del sito archeologico per appartarsi. Cose di questo tipo avvengono dovunque ma a Pompei una notizia del genere fa più sensazione che altrove. Inoltre, a leggere le statistiche, più si raccontano le cattive notizie di questo genere più aumentano i turisti, perché la curiosità della gente è indotta frequentemente da fatti di cronaca e non di cultura. La sera dell’11 agosto si è verificata l’intrusione nell’area archeologica di tre ragazzi, che hanno oltrepassato la recinzione. Il loro fermo è stato immediato da parte degli addetti alla vigilanza che, prontamente, sono intervenuti, informando le forze dell’ordine competenti. Per cui se qualcuno ha descritto scene fuori dal comune senso del pudore, esse sono esclusivamente frutto di qualche cronista fantasioso. “Quanto diversamente scritto da alcuni quotidiani è assolutamente non vero e pertanto indegno, deprecabile e soprattutto lontano da forme serie di giornalismo che dovrebbero evitare di speculare opportunisticamente sull’immagine di istituzioni e di luoghi simbolo del paese”. La reazione del sovrintendente Osanna e del suo staff è comprensibile, ma bisogna dire che dal crollo della Schola Armaturarum in poi di cose false o esagerate sugli scavi di Pompei se ne sono dette molte. Alcuni, su questo tipo di sfascismo, hanno costruito la loro notorietà personale mentre, sul versante opposto, non sempre i chiarimenti sono arrivati con la stessa tempestività. MARIO CARDONE