A cura della Redazione
Hanno tolto tutto dalla Fonte Salutare. Restano solo i ricordi. Quelli non potranno mai toglierceli. La Fonte Salutare era la villa comunale della Pompei moderna (ex valle di Pompei) che i politici di ultima generazione hanno distrutto millimetro per millimetro. Ora che non è rimasto praticamente niente, i pompeiani, i cancelli della villa, li rivogliono indietro. Bisogna cercare chi li ha e farli tornare al loro posto. Dopo il tam tam sul web, riparte il tormentone sui cancelli della Fonte Salutare. Tocca all’architetto Giuseppe Berritto, storico locale, ex amministratore nonché ex presidente della pro loco, riaprire la questione considerato che il commissario prefettizio prima, l’amministrazione Uliano in un secondo momento, hanno annunciato lavori pubblici per il ripristino dello spazio verde alle spalle della Casa Comunale, che per anni ha rappresentato un’oasi di relax per i residenti. Scusate se è poco, ma di quel poco i locali (di autentica tradizione contadina) avevano saputo per un secolo far tesoro. Gli anziani avevano, a suo tempo, il loro spazio per il gioco delle bocce mentre i più giovani avevano creato un tennis club, di lato al campo in terra battuta, molto frequentato dagli sportivi locali. Le famiglie con bambini venivano a trascorrere qualche ora di svago nelle domeniche d’agosto, approfittando della frescura della Fonte Salutare (cono vulcanico che spruzzava acqua solfurea derivante dalla sottostante falda di acqua minerale che aveva fatto nascere finanche una stazione termale). Altri tempi. Sembrerà assurdo, ma è storia recente che uno spazio del genere generava finanche turismo perché i coniugi con prole della zona vesuviana erano soliti, negli anni cinquanta e sessanta, venire a Pompei, prima ad omaggiare la Madonna del Rosario, poi l’acquisto del gelato al limone dal banco ambulante con passeggiata finale alla Fonte Salutare dove si comprava al chiosco il bicchiere di carta e s’attingeva gratis la “miracolosa acqua ferrata” direttamente dalla fonte. Semplici abitudini di gente abituata al necessario su cui i residenti avevano radicato una solida memoria locale staccata dalla storia più prestigiosa degli Scavi archeologici e dal culto religioso del Santuario. La barbarie di cronache recenti ha sradicato quelle abitudini contadine. Al verde è seguito il deserto. I campi da gioco sono diventati improbabili spazi malamente arredati. Tutt’intorno al silenzio è seguito il frastuono del consumismo e non è arrivato neanche il tanto auspicato benessere. “Almeno – richiede incessantemente qualche pompeiano - si può sapere che fine ha fatto il cancello della Fonte? Ci sarà, pure, qualche responsabile dell’arredo comunale che avrebbe dovuto seguire lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione, che sono arrivati fino in Tribunale?". Quei cancelli non sono probabilmente un’opera d’arte ma deve essere rispettata la volontà dei cittadini che pagano le tasse e mantengono politici, staff di segreteria, i dirigenti ed i dipendenti comunali. Ne deriva che se non si trovano i cancelli, va ricercato il responsabile che non ha svolto bene il suo compito. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2