A cura della Redazione
“Non riusciranno a farmi tornare sulle mie decisioni riguardo alla nomina dell’ex magistrato Pietro Marmo alla carica di assessore alla legalità del Comune di Pompei”. E’ la dichiarazione del sindaco di Pompei Nando Uliano, rilasciata durante il convegno tenuto nella sede comunale, per la presentazione del libro di Angelo Pesce “L’aeroscalo ‘Pompei’ di Scafati, nella Grande Guerra e dopo – una storia mai narrata”. La dichiarazione del primo cittadino di Pompei è la risposta politica al flash mob di protesta, organizzato per domani (9 luglio) all´esterno del Comune di Pompei contro il pubblico ministero nel processo Tortora di 31 anni fa, entrato nella giunta Uliano. “Chi accusò Tortora non può rappresentare la città mariana”. E’ la motivazione ufficiale della manifestazione di un gruppuscolo napoletano di Verdi che manifesteranno fuori Palazzo de Fusco. Se si legge la cronaca processuale, che cambiò la vita al noto presentatore televisivo, si apprende che dal punto di vista sostanziale, Diego Marmo ha contato poco o niente nella formulazione della accuse contro Tortora, limitandosi alla parte formale nell’aula di dibattimento. Diversamente dai colleghi (responsabili molto più di lui di quell’ingiusta condanna) Marmo ha chiesto scusa alla famiglia di Tortora. Anche se il suo gesto nasce dalla circostanza di una nomina politica arrivata 31 anni dopo la celebrazione del Processo Tortora non ne diminuisce il merito sulla base di un profilo di umanità che gli fa onore e lo fa reputare più adatto al difficile compito a cui Uliano lo ha chiamato, sulla base del curriculum di pubblico ministero presso il tribunale di Torre Annunziata in processi istruiti per il territorio vesuviano. Riguardo la presentazione del libro di Pesce, operata da Pasquale Sabbatino (docente universitario) per iniziativa dell’associazione “Fiocco Azzurro onlus”, rappresentata al convegno dalla dottoressa Steardo, si è parlato di un’area a sud di Pompei (attualmente via Aldo Moro) che nel corso dei conflitti mondiali fu destinato all’Aviazione militare. Via Campo d’Aviazione (all’epoca ancora territorio di Scafati) è stata utilizzata durante la Grande Guerra come base per dirigibili della marina militare. Ci sono ancora sul posto i ganci di ferro a cui erano legate le corde che fermavano i dirigibili e le antiche “casermette”, alloggi rustici per militari, che dopo l’armistizio furono pacificamente occupate dalla popolazione agricola locale. Quelle case basse rappresentano per legge un vero e proprio museo della Grande Guerra ma anche motivo di scontro tra gli agricoltori occupanti e la società che ne ha acquisito la proprietà dal demanio (suolo agricolo e case rustiche). Significativo l’intervento accorato di Santo Donnarumma per conto del ceto dei contadini che da anni vivono in quei rustici coltivando gli orti attigui perché si paventano iniziative padronali per sfrattarli dalle antiche dimore nell’ambito di un’in’iniziativa speculativa che trova origine dall’attuale vicinanza della “casermette” al centro commerciale “La Cartiera”. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2