A cura della Redazione
Sfida all’ultimo voto tra Nando Uliano e Franco Gallo a Pompei. Due politici accomunati da alcune caratteristiche: entrambi si sono formati in ambito cattolico ed entrambi hanno preso la tessera del Partito Democratico. Tutti e due sono stati vicesindaco ma solo Uliano si è dimesso prima della scadenza del mandato. Sono divisi, rispetto alle prospettive future d’indossare la fascia tricolore, da 400 voti (a favore di Uliano) che, in vista del ballottaggio dell’8 giugno prossimo, non rappresentano granché se si tiene conto che si deve ridistribuire tra i due antagonisti “arrivati in finale” circa il 30 per del consenso elettorale della prima tornata, conseguito dai tre candidati sindaco esclusi dalla corsa finale. Restano in ballo quasi 5 mila voti. Bisogna però precisare che, a parte il vantaggio inziale, Uliano corre a trazione propria in quanto nella prima fase ha raccolto 50 voti in più di quelli dei suoi candidati al Consiglio comunale, mentre Gallo è più legato al gioco di squadra. Difatti quest’ultimo ha raccolto 300 voti in meno rispetto al totale dei voti dei candidati suoi sostenitori. Particolari, questi, non decisivi, perché nei prossimi giorni tutto può succedere. Nello sprint finale Franco Gallo avrà il sostegno di un abile negoziatore come Carmine Lo Sapio. E proprio Lo Sapio ha già dimostrato di saperci fare precedentemente, “arricchendo“ la squadra politica di Elaboriamo con tre “oriundi” (Malafronte, La Marca e Serrapica) che hanno cambiato radicalmente le prospettive di successo, spostando l’ago della bilancia a suo favore (allora era ancora il candidato sindaco prima della sua rinuncia). Successivamente “Primavera Pompeiana”, associandosi a Uliano, ha scompaginato le carte mettendolo in cima alla lista dei favoriti. Mossa che, a quanto si dice, il Lo Sapio avrebbe parato fin dal primo momento. Vale a dire con accordi e la sostituzione del suo nome con quello di Gallo. Già il segnale sarebbe arrivato con il voto disgiunto a favore di consiglieri della Padulosi nella prima tornata. Il tutto senza considerare i terzi incomodi della partita a due (Maria Padulosi, Fabio Liguori e Pietro Amitrano). La Padulosi ha chiuso a testa alta, tutto sommato non avrebbe potuto fare di più, considerata la forza (anzi la debolezza) della sua squadra, la sua inesperienza politica e la vicinanza con D’Alessio che, con la contestazione, che a ragione o a torto lo ha investito, non ha certamente favorito la sua immagine pubblica. Un cenno finale riguarda i candidati sindaco che, con una scelta coraggiosa, hanno corso con una sola lista a sostegno. Considerando i valori che prevalgono a Pompei, era presumibile che il loro sacrificio non avrebbe comportato risultati concreti. Ecco perché devono essere apprezzati i tentativi di Pietro Amitrano e Fabio Liguori. Il secondo merita, a parer nostro, qualche lode in più perché il MoVimento 5 Stelle (anche grazie al giovane Liguori ed alla sua lista) ha quasi raddoppiato i consensi alle Europee, in controtendenza al dato nazionale. Inoltre bisogna considerare che i suoi candidati al Consiglio comunale erano solamente dodici (non sedici) e quasi tutti coppia di una stessa famiglia. Qualche considerazione finale per i più votati. Caso eclatante quella del primo eletto Giuseppe la Marca che con 485 preferenze è tornato alla grande sul palcoscenico politico cittadino, dopo la parentesi sfortunata (era presidente del Consiglio comunale) in cui l’amministrazione Zito fu sciolta per infiltrazione della camorra ma successivamente riabilitata. La Marca ora rischia di non entrare in Consiglio comunale se Gallo (il suo candidato sindaco) perde il ballottaggio perché ha un seguito di “candidati fantasma” nella lista “Forza Pompei”, in cui ha riscontrato grande successo personale. Altro caso da segnalare è quello di Andreina Esposito, che con i suoi 422 voti si è tolta una bella soddisfazione nei confronti di Claudio D’Alessio, che la “licenziò” da assessora nel suo primo mandato amministrativo. Altri risultati eccellenti sono quello conseguito da Alberto Robetti, secondo in assoluto con 453 voti, e Attilio Malafronte, 400 voti raccolti nella sua periferia a sud della città mariana. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2